Olio, “Stop al panel test” la Spagna vuole meno tutele per l’extravergine

C’hanno provato durante lo scorsa assemblea del Coi, Consiglio oleicolo internazionale, tornandose con le pive nel sacco. Ora le associazioni oleicole spagnole (60% dell’olio d’oliva europeo e il 45% di quello mondiale) escono allo scoperto con lo stesso obiettivo: “Cancellare il panel test“, la prova organolettica obbligatoria in Europa (discipilata dal regolamento 2568/1991 e successive modificazioni) per stabilire, insieme al rispetto dei parametri chimici, se un olio di oliva può essere venduto o meno come extravergine. Sappiamo, come hanno testimoniato le inchieste e i test del Salvagente sull’olio, quanto invece sia importante mantenere una prova di questo tipo. Cancellarlo ma anche solo indebolirlo vuol significare questo: meno vincoli per le aziende e meno tutele per i consumatori.

Le aziende: “Danneggia la nostra immagine”

Anierac e Asoliva, oltre 90 aziende associate, in un comunicato congiunto hanno fatto sapere di avere a disposizione una corposa documentazione, per mettere sotto accusa il panel test, dal punto di vista giuridico, scientifico e di mercato. I capi di imputazione? Il panel test da solo – sostengono “non è in grado di declassare un olio, ma servirebbe invece la combinazione di una serie di analisi chimiche“. Che però tanto il mondo accademico che quello aziendale sono ben lungi dall’aver messo a punto dei “marker” analitici in grado di supportare la prova d’assaggio.

Il panel test, si scagliano gli spagnoli, “genera errori e soffre pertanto di una mancanza di garanzie giuridiche intollerabili per gli imbottigliatori e gli esportatori di olio d’oliva”. Non solo: “Danneggia gravemente l’immagine delle imprese e la reputazione del settore dell’olio d’oliva, che ha un impatto più significativo sul comparto spagnolo, che è il leader del mercato mondiale.”

Pressioni sulla Ue e sul Coi

E allora? Come scrive Teatro Naturale, le due associazioni di categoria hanno fatto sapere che “faranno pressioni sulle autorità iberiche, sull’Unione europea e sul Coi affinchè venga considerato adeguato un sistema di autocontrollo degli oli di oliva vergini che, sulla base dei necessari miglioramenti nell’applicazione del metodo di degustazione, preveda la possibilità di aumentare il livello di richiesta dei parametri chimici che determinano la qualità di questi oli”. Come andrà a finire non è facile capirlo. Certo che il duro attacco degli spagnoli al panel test non è una buona notizia per i consumatori.

Cno: “L’Italia non arretrerà un millimetro”

Voglio rassicurare gli amici dell’industria spagnola: l’Italia olivicola non arretrerà di un millimetro su questa battaglia. Lo dobbiamo alla nostra storia, lo dobbiamo agli agricoltori che quotidianamente lavorano con amore e dedizione nei campi, lo dobbiamo ai consumatori e alla loro salute”.

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“Il panel test così com’è – aggiunge – è certamente perfettibile, e auspichiamo un concreto rafforzamento utilizzando anche le tecnologie di ultima generazione. Ma fino a quando non ci saranno studi scientifici seri e, soprattutto, liberi in grado di rafforzare i controlli organolettici esistenti, che attualmente sono certamente i più credibili, la nostra posizione sarà sempre quella di difendere la prova dagli assalti di chi pensa più al profitto che alla vita delle persone”.