“Un assist sconsiderato agli operatori fraudolenti, un altro schiaffo al mondo olivicolo italiano, alla qualità della sua produzione e alla salute dei consumatori”. Dura presa di posizione del mondo della produzione olivicola made in Italy attraverso la voce dei presidenti del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, Gennaro Sicolo, Consorzio nazionale dei produttori olivicoli Unasco, Luigi Canino, e di Unapol, Tommaso Loiodice, che in una nota commentano la sentenza del Tar del Lazio con la quale ha accolto il ricorso di Lidl contro la multa comminata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato per pubblicità ingannevole: un olio venduto e promosso da una azienda multinazionale della grande distribuzione come olio extravergine di oliva che invece aveva le caratteristiche di vergine, come aveva rilevato il nostro test del giugno 2015.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima), ha annullato la sanzione di 550.000 euro per pubblicità ingannevole del “Primadonna“, imbottigliato da Fiorentini spa per Lidl Italia.
“Assurdo: adempimenti burocratici prevalgono sulla conformità”
“Con questa sentenza – hanno evidenziato Sicolo, Canino e Loiodice – rischia di passare il concetto che gli adempimenti formali prevalgano sulla effettiva genuinità del prodotto e che alterazioni e sofisticazioni, o la pubblicità ingannevole, non siano oggetto di tutela da parte delle istituzioni, capaci solo di verificare gli aspetti procedurali, disconoscendo di fatto gli elementi cardine della relazione produttore-distributore-consumatore: la lealtà, la veridicità, la corrispondenza tra il bene reclamizzato e quello effettivamente acquistato”.
“Occorre difendere le conquiste sul piano della trasparenza, dell’etichettatura e della genuinità. E questo vale per l’olio e per tutte le altre produzioni di qualità italiane che rischiano ogni giorno di essere cannibalizzate da prodotti ‘italian sounding’ o che disattendono il patto venditore-acquirente”, hanno continuato Sicolo, Canino e Loiodice.
“Pericolosissimo precedente”
“La sentenza rappresenta un pericolosissimo precedente giuridico tale da favorire quegli operatori del mercato che operano in maniera fraudolenta a dispetto della qualità e della tutela dei consumatori – hanno ribadito i Presidenti dei tre consorzi di olivicoltori italiani più importanti e rappresentativi -. Si rischia di premiare chi può mettere in conto di pagare una multa irrisoria, specie per una grande azienda, vendendo un prodotto che non corrisponde a quello dichiarato in etichetta a discapito di chi lavora quotidianamente per difendere la qualità dei prodotti e onorare la relazione con i consumatori”.
“I Nas controllino la Gdo”
“Su questo fronte bisogna aumentare gli strumenti di controllo e di verifica di genuinità, magari attraverso un sistema di tracciabilità di ogni singola bottiglia per garantire sicurezza ai consumatori e tutela della qualità del prodotto”, hanno continuato. “Chiediamo alle forze dell’ordine di iniziare un serio e capillare controllo sui punti vendita della grande distribuzione organizzata, soprattutto sulle miscele di oli comunitari ed extracomunitari dove il più delle volte si annidano truffe e malaffare ai danni dei consumatori e del Made in Italy”, hanno concluso Sicolo, Canino e Loiodice.