Al momento solo un televisore di casa su 10 sarà in grado di funzionare di qui a 5 anni. Dunque (le stime sono del Sole 24 Ore) 9 su 10 non funzionerebbero nel 2022 quando entrerà in vigore in italia il codec Hevc, ovvero lo standard di compressione video di nuova generazione che migliora la qualità video e che, insieme al tuner DVB-T2 sarà necessario per la ricezione dei programmi tv.
Lo standard di trasmissione fino ad ora utilizzato è il DVB-T, mentre il nuovo formato alle porte sarà una sua estensione, ovvero il DVB-T2. Questa nuova tecnologia, secondo le direttive della Commissione europea, dovrà essere adottata – dopo una fase di transizione – entro il 2022. Alcune emittenti hanno anche deciso di utilizzare un nuovo codec, l’Hevc appunto. Dunque, o la tv ha queste due caratteristiche oppure toccherà ai consumatori trovare una soluzione: il governo sta pensando a un contributo – da inserire nella legge di Bilancio – per aiutare le famiglie nello switch-off. Ma sarà il caso di attrezzarsi, magari cominciando a capire che tipo di apparecchio abbiamo in casa.
Le scadenze
Il 2022 non è certo dietro l’angolo ma chi, oggi, è in procinto di acquistare una tv è bene che ne prenda una già che sarà certo di non buttare via tra qualche anno. In teoria, i televisori che acquistiamo adesso sono già predisposti a ricevere le nuove frequenze. Dal 1° gennaio 2017, è scattato l’obbligo, per i negozianti, di vendere ai consumatori televisori già DVB-T2/Hevc o quantomeno abbinati a un decoder compatibile. In teoria, perché non mancano i casi, soprattutto on line, di presunti affari che si rivelano “a scadenza”, ossia non in grado di rispondere alla prossima tecnologia digitale. Un problema ancora più pressante, ovviamente, per gli acquisti fatti fino al 2016.
Le sigle da controllare
Teniamo bene a mente, allora, queste due sigle: DVB-T2 e H265/HEVC. La prima contraddistingue il nuovo standard: ad oggi è già presente sul 60% dei televisori già presenti nelle case degli italiani. Il codec H265/HEVC è la vera novità. Questa sigla (HEVC, High Efficiency Video Coding) indica uno standard di compressione video di nuova generazione che migliora la qualità video ed è entrato in “gioco” in un secondo momento. All’inizio la delicera dell’Agcom parlava esclusivamente del passaggio al DVB-T2 ma poi le emittenti hanno optato anche per un nuovo codec che è diventato indispensabile per ricevere le nuove frequenze televisive. Attenzione però, perché se il ricevitore DVB-T2 è già disponibile su buona parte dei televisori in commercio, e la presenza viene indicata direttamente sulla confezione con il relativo bollino, diverso è il discorso riguardante la tecnologia HEVC. Un TV DVB-T2 ma senza supporto HEVC non sarà infatti compatibile con il nuovo digitale terrestre. E non ci saranno alternative se non quella di affidarsi ad un decoder esterno, con tutte le seccature del caso.
Il satellite, l’altra chance
Ma c’è un’altra strada che i consumatori possono percorrere: quella di assicurarsi la visione della tv attraverso il satellite. Spiega Mauro Vergari che per Adiconsum segue le vicende legate alle telecomunicazioni: “Il modo di fruire i programmi televisivi è, per fortuna, cambiato, e tali cambiamenti devono venire in aiuto al prossimo switch off, limitando l’acquisto di nuovi prodotti”.
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I contenuti televisivi, infatti, oggi possono essere visti attraverso internet, il satellite o mediante l’antenna terrestre. Tante tecnologie che si integrano fra loro, concorrendo a garantire la visione ai consumatori, riducendo fortemente le stime che attualmente girano circa la necessità di acquistare nuovi televisori o decoder. “Per questo – conclude Vergari – come Adiconsum chiediamo di rimettere in piedi il Comitato Nazionale Italia Digitale permettendo agli a tutti di collaborare alle necessarie strategie per realizzare un corretto switch off”.