Falso Brunello di Montalcino al via il processo: Mdc parte civile

Il 3 ottobre si apre a Siena il processo contro il falso Brunello e del Rosso di Montalcino, scandalo scoppiato nel 2014, e il Movimento difesa del cittadino (Mdc) ha annunciato che si costituirà parte civile. La vicenda fu portata alla luce  grazie a una segnalazione del Consorzio del vino Brunello di Montalcino e subito dopo la Procura e la Guardia di Finanza senesi scoprirono la frode di uno dei vini più famosi – e costosi -nel mondo.

La ricostruzione dello scandalo

Mdc in una nota ricostruisce la vicenda: “Il proprietario di una piccola azienda vitivinicola a Magliano in Toscana (Gr), lavorava anche come enologo e responsabile di cantina presso alcune delle più importanti aziende vitivinicole nel senese, produttrici di Brunello di Montalcino Docge Rosso di Montalcino Doc. All’insaputa dei titolari di queste aziende, inizia ad “esportare“ il proprio vino (un semplice Sangiovese) nelle cantine più blasonate, manipolando i registri di cantina, producendo fatture false e trasformando il proprio vinello da pochi euro in un vino che può costare, a seconda delle annate, oltre 50 euro a bottiglia. Il tutto, chiaramente, avviene con la complicità di una ditta di commercio di vini, che acquistava le false bottiglie di Brunello e Rosso di Montalcino per rivenderle come “vere”, accompagnate anche dai contrassegni del Mipaf letteralmente “rubati” al Consorzio per la tutela del Brunello”.

“L’uomo –  prosegue la ricostruzione – aveva eseguito ripetuti accessi telematici al sistema informatico Artea, l’Azienda regionale per le erogazioni in agricoltura, falsificando i dati delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di vino sfuso. A seguito di numerose perquisizioni, la Gdf di Siena sequestrava migliaia di bottiglie di vino taroccato, con enormi danni per le aziende truffate e per i consumatori ingannati“.

“Tuteleremo in aula i consumatori”

Mdc si costituirà parte civile e sarà rappresentato dall’avvocato Roberto Vannetti della sede di Siena per chiedere il risarcimento dei danni: “Tuteleremo la sicurezza dei consumatori e la reputazione di due prodotti di punta del made in Italy“.