Gli inchiostri usati per i tatuaggi possono liberare minuscole particelle, delle dimensioni inferiori a un milionesimo di millimetro, capaci di viaggiare nel sangue fino a raggiungere i linfonodi, vere e proprie ‘sentinelle’ delle difese immunitarie. La ricerca, firmata da un team di franco-tedesco con l’aiuto degli studiosi dell’Istituto Federale tedesco per la valutazione dei rischi (Bfr), è stata pubblicata su ‘Scientific Reports‘: per la prima volta lo studio produce prove analitiche del trasporto di pigmenti organici e inorganici e di impurità di elementi tossici. “Sapevamo già che i pigmenti viaggiano dai tatuaggi ai linfonodi per via delle prove visive: i linfonodi diventano colorati con il colore del tatuaggio – riferisce Bernhard Hesse, uno dei due primi autori dello studio – E’ la risposta del corpo per pulire il sito di ingresso del tattoo. Quello che non sapevamo è che migrano in una forma nano, il che implica che non possano avere lo stesso comportamento delle particelle a livello micro. E’ questo il problema: non sappiamo come reagiscono le nanoparticelle”.
Attenzione non solo ai locali
Chi si fa un tattoo, e non sono pochi – solo nel  nostro paese il 13% degli italiani decide  di disegnarsi la pelle – è spesso molto attento alla scelta di centri dove si utilizzano aghi sterili monouso, ma nessuno controlla la composizione chimica dei colori. Invece questo studio mostra che si dovrebbe prestare la stessa attenzione nella lettura degli ingredienti dei pigmenti.
Nichel, cromo e manganese
In realtà , osservano gli esperti, poco si sa sulle potenziali impurità delle miscele di colore applicate alla pelle. La maggior parte degli inchiostri da tatuaggio contengono pigmenti organici, ma includono anche conservanti e contaminanti come nichel, cromo, manganese o cobalto. Non solo. Per ottenere il colore bianco, spesso si utilizza anche il  biossido di titanio (TiO2), un pigmento bianco normalmente applicato per creare alcune tonalità , mescolato con coloranti. Le immagini di campioni di pelle e linfonodi prelevati da persone tatuate, osservate grazie alla luce di sincrotrone, hanno permesso di vedere nei tessuti le minuscole particelle liberate dai colori.