Telemarketing selvaggio: il “No” non sarà per sempre

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Non basterà dire “No” la prima volta per non essere più disturbati dalle offerte commerciali. Gli effetti dell’emendamento presentato dai senatori grillini al Ddl Concorrenza e approvato con la fiducia dalla maggioranza in Senato oltre al danno (che abbiamo spiegato ieri) sarà pure una beffa per gli utenti che rischiano di essere molestati all’infinito.

Renzi: “È un errore”

Insomma un “No” rischia di non essere per sempre e il telemarketing selvaggio rischia dilagare senza freno. Tanto che dopo la netta opposizione espresso ieri da Antonello Soro, garante della Privacy – “sono sconcertato, questa norma elimina il requisito del consenso preventivo per le chiamate promozionali, ‘liberalizzando’ il fenomeno del telemarketing selvaggio” – oggi è intervenuto il neo segretario del Pd Matteo Renzi: “Ho chiesto informazioni al capogruppo del Pd. So che e un emendamento del Movimento 5 Stelle che è stato accolto. Ma sinceramente mi sembra un errore“.

Cosa dice l’emendamento approvato

L’articolo 4 bis approvato al Senato recita: “Gli operatori e i soggetti terzi che stabiliscono, con chiamate vocali effettuate con addetti, un contatto anche non sollecitato con l’abbonato a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale, hanno l’obbligo di comunicare all’esordio della conversazione i seguenti dati: 1) gli elementi di identificazione univoca del soggetto per conto del quale chiamano (obbligo già previsto nel Codice della privacy attuale, ndr); 2) l’indicazione dello scopo commerciale o promozionale del contatto”. La tutela dove sta? Ma nel comma ter si aggiunge: “Il contatto è consentito solo se l’abbonato destinatario della chiamata, presta un esplicito consenso al proseguimento della conversazione”. Insomma, solo se dice sì. Se dice no, il call center deve riattaccare.

Ogni utenza può essere molestata

Ma sarà così? Secondo alcuni esperti alle aziende di telemarketing basterà inserire la numerazione che ha appena risposto di “No” in una nuova campagna (magari gestita per conto di un nuovo cliente) per poter tornare a disturbare un utenza senza consenso.

Insomma la norma produrrebbe quattro effetti:

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  • il cittadino potrà essere contattato a fini commerciali senza il suo consenso preventivo;
  • anche le numerazioni fisse (1,5 milioni) inserite nel Registro delle Opposizioni tornano “libere” di essere disturbate;
  • qualora un cittadino abbia negato il consenso al trattamento dei dati a fini commerciali questo non sarà più sufficiente per mettersi al riparo dai call center;
  • rispondere “No” non potrebbe automaticamente “togliersi” di torno il marketing selvaggio: agli operatori potrebbe bastare inserire la numerazione in una nuova campagna promozionale per far ripartire la “molestia” telefonica.

Tutte le associazioni dei consumatori hanno chiesto l’abolizione della norma e un rafforzamento delle forme di tutela per i cittadini a cominciare dalla modifica del Registro delle Opposizioni un vero e proprio flop.