L’indennità di accompagnamento sparita nel nulla

Caro Salvagente,

il nonno di mio marito deceduto ormai nel giugno 2015 stava attendendo da moltissimo tempo l’indennità di accompagnamento, aveva fatto la visita alla Asl avevano accertato lo stato di totale inabilità ecc ecc dopo di che buio, la famosa raccomandata non è mai arrivata, per mesi e mesi sono andata di persona a bussare alla porta della persona addetta al protocollo visite della Asl sentendomi ripetere che dovevamo aver pazienza che vi erano arretrati di anni ecc ecc sono andata al patronato che ha cercato in tutti i modi di mettersi in contatto con l’Inps mediante invio di numerose mail, pec , telefonate alla fine hanno gettato la spugna anche loro, sono tornata a bussare all impiegata che dinuovo ha sorriso dicendo che stava sicuramente arrivando e vista la mia rigidità ha scartabellato le carte e mi ha prodotto questo foglio inutile a mio avviso scritto a mano senza alcuna intestazione che secondo lei doveva tranquillizzarmi…siamo a marzo 2017 e stiamo ancora in attesa NON sapendo più cosa fare…

Lettera firmata

Cara lettrice, abbiamo girato la sua domanda a Paolo Onesti, che cura la rubrica “Pensioni” sul nostro mensile. Ecco cosa ci ha risposto.

La lettera  inviataci dalla nostra lettrice testimonia come la situazione riguardante le prestazioni di carattere assistenziali (assegni e pensioni di invalidità civile, indennità di accompagnamento ed altre) non sia stata definitivamente risolta come pure qualcuno vorrebbe far credere. Rispetto ai ritardi degli anni ’90 le procedure si sono sicuramente velocizzate ma casi come quello denunciato non sono rari e soltanto chi ci si trova coinvolto sa sulla propria pelle (e della famiglia) cosa il “ritardo” significhi davvero.

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Premesso che in fase di giudizio il valore di quell’appuntino a mano rilasciato alla signora è relativo (non ci sono estremi, non ci sono timbri, non c’è alcuna firma) pare comunque  evidente che c’è stata una visita medico-legale il 28 (?) novembre 2013, seguita da ulteriori accertamenti, che ha portato  in data 27 novembre 2014 alla chiusura del procedimento con il riconoscimento del 100% di invalidità con diritto all’accompagno. E’ inoltre riportato il numero di elenco di trasmissione (537) degli atti all’Inps per la successiva liquidazione. C’è tutto il necessario per arrivare a capo della questione. Eppure, sono passati due anni e la provvidenza non è ancora stata messa in pagamento! Il ritardo si commenta da sé: se da una parte va riconosciuto l’impegno della famiglia Proietti di sapere cosa sia successo, dall’altra va rimproverata la mancanza di “attenzione” e di risposte concrete da parte dell’Inps.

Abbiamo denunciato in altre occasioni che, a nostro avviso, il rapporto con l’Inps in questi ultimi 20 anni è profondamente cambiato privilegiando il collegamento virtuale online a quello umano, più diretto e umano. Insomma, si fa tutto o quasi al pc senza  chiedersi se tutti sappiano usarlo e a che livello. Il Patronato (attenzione, non ne esiste uno solo!) dovrebbe avere un giorno di presenza all’Inps per un paio d’ore proprio  per  verificare,  sollecitare e risolvere  le questioni più “spinose” e urgenti. Pare strano se non impossibile  che, incontrando delle difficoltà, abbia dato forfait senza neanche consultare il proprio ufficio legale venendo meno alla delega di patrocinio rilasciatagli dall’interessato. Ciò detto, non è precisato  quando è stata presentata la domanda di aggravamento. Nel 2015 il dante causa è deceduto, quindi non è da escludere che il diritto sia passato agli eredi che avrebbero oggi diritto agli arretrati maggiorati di interessi e rivalutazione monetaria. Non c’è tempo da perdere. Magari rivolgendosi ad un altro patronato se scontenti del primo, si tenga presente che  il diritto alle prestazioni assistenziali non può cadere in prescrizione, ma si prescrive il diritto alla percezione dei  singoli ratei  spettanti.

A tale riguardo a tutti gli importi maturati e non ancora liquidati si applica la prescrizione decennale. Trascorso tale periodo non si può fare più niente.