Gli allarmi alimentari non sono tutti uguali e classificarli è importante per gestire il rischio e la prevenzione. Per questo motivo,  i ricercatori dell’Università di Surrey, nel Regno Unito e la Fondazione Nazionale per la Ricerca Educativa hanno messo a punto una definizione che ha l’obiettivo di categorizzare gli scandali alimentari. Dopo aver esaminato più di 85 studi, i ricercatori hanno individuato cinque categorie di allarmi alimentari che hanno a che fare con le informazioni, l’inganno, la tecnologia, la contaminazione e l’aspetto microbiologico. Da questi sono partiti per formulare la loro classifica. Secondo il nuovo approccio gli allarmi possono essere classificati a secondo della loro manifestazione fisica e in questa categoria rientra la contaminazione chimica, biologica o fisica) e dall’origine, ad esempio il dolo e / o problemi di trasparenza e di sensibilizzazione.
I ricercatori britannici hanno spiegato che “l’inclusione esplicita del dolo consente di distinguere quegli allarmi alimentari provocati da una contaminazione intenzionale, come lo scandalo della carne di cavallo utilizzata al posto di quella di manzo, da quelli causati da una contaminazione involontaria”. “Se l’impresa alimentare comprende l’origine della contaminazione – concludono i ricercatori – è in grado di gestire meglio il rischio ed eventualmente di avere gli strumenti adatti a prevenire l’allarme in futuro”.