Ci risiamo. Il vecchio trucco di nascondere costi aggiuntivi tra le righe di messaggi pubblicitari è duro a morire. È la Telecom stavolta ad essere stata bocciata dall’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria (Iap) per pubblicità ingannevole: la vicenda riguarda la campagna pubblicitaria, diffusa sia su stampa che in video negli scorsi mesi, per la promozione Tim Smart che avrebbe offerto a soli 29,90 euro al mese (con il primo mese gratuito) “Fibra, TimVision, Fisso e Mobile”. Dunque, un’offerta più che allettante. Peccato, però, che la realtà dei fatti fosse ben lontana da quanto pubblicizzato.
Con apposito ricorso, la concorrente Vodafone ha portato la campagna di comunicazione Telecom all’attenzione dello Iap accusandola di essere ingannevole. Giudizio che è stato poi condiviso dal Giurì che ne ha quindi ordinato la cessazione.
Pubblicità ingannevole e fuorviante
Alla base della decisione (la n. 74/2016 del 15 novembre scorso) vi è la mancata trasparenza della comunicazione che porta il consumatore a percepire una cosa diversa da ciò che è in realtà. In particolare, mentre tutto il tenore della pubblicità (impianto scenico, immagini e voce) fa credere di poter ottenere a soli 29,90 euro al mese “tutte” le componenti pubblicizzate (ovvero: Fisso, Mobile, Fibra ultraveloce e TimVision), la verità è che per usufruire di tali servizi è necessario attivare, oltre all`opzione Tim Smart base, tutte le opzioni Smart (Smart Casa, Smart Mobile, Smart Fibra), al costo ben maggiore di 49,90 euro al mese (e a regime, cioè dopo 1 anno di contratto, il pacchetto completo sarebbe costato 59,90 euro al mese. Il doppio di quello pubblicizzato).
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A 29,90 euro al mese, in realtà, al cliente spetta solo il pacchetto base (linea fissa, con scatto alla risposta di 19 cent, e internet a 20 Mega).
Nessun cenno allo “scatto alla risposta”
Nella sua decisione, tra l’altro, il Giurì sottolinea come “manca l’indicazione di una componente di costo non trascurabile, quale è quella dello scatto alla risposta. Al riguardo, è sufficiente osservare che un uso anche modesto del telefono fisso, come l’effettuazione di una telefonata al giorno, comporta un costo addizionale di 5,70 euro al mese, pari quasi al 20% di 29,90 euro/mese”.
Le note legali? Illegibili
A indicare limitazioni e altre voci di costo (come la rateazione relativa al modem e l’attivazione della Sim Mobile) ci dovevano pensare le note legali inserite negli spot, le condizioni generali di vendita e altro materiale che il consumatore può consultare in un secondo momento.
Ma, afferma il Giurì nella sua decisione, le note legali, per le ridotte dimensioni, per la breve permanenza nello schermo (nella pubblicità in video) e per il colore utilizzato (nella pubblicità a stampa) sono praticamente non fruibili, concludendo che “Il costo complessivo non è quindi indicato in modo trasparente”.