Il fondo Salva-banche? Banco popolare lo fa pagare ai correntisti

Il salvataggio di Banca Etruria? Lo paga (anche) il correntista del Banco popolare. A fine anno i clienti del gruppo, nato dalla fusione della Banca popolare di Verona e Novara e la Banca popolare italiana, si vedranno addebitare una tantum 25 euro. Il motivo? È stato comunicato giorni fa ai correntisti tramite una “proposta di modifica unilaterale di contratto”: l’obolo servirà a finanziare il Fondo di risoluzione unico istituito presso la Banca di Italia e operativo dal 1° gennaio 2016. Il Fondo interviene per risolvere le crisi degli istituti di credito ed è lo stesso utilizzato nel “salvataggio” delle quattro banche: Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti.

Ubi banca: 12 euro in più all’anno

Non tocca solo ai correntisti del Banco Popolare far fronte a nuovi addebiti. Ubi ha annunciato ai propri clienti che da oggi 29 settembre il canone annuo aumenta di 12 euro (per i clienti con più di 30 anni) per finanziare un altro strumento di tutela dei correntisti, ovvero il Fondo interbancario di tutela dei depositi che, in caso di fallimento della banca, dovrebbe tutelare fino a 100mila euro la liquidità del risparmiatore.

Unicredit: 2 euro in pù al mese

I correntisti di Unicredit dal primo luglio scorso si sono rivisti ritoccare all’insù il canone mensile per alcune tipologie di conto corrente di circa 2 euro al mese, portando il costo totale del conto MyGenius Silver a 5, il Gold a 7 e il Platinum a 12 euro al mese. Le cause di questo rincaro? Quelle ufficiali comunicate sono imputabili a “eventi” che hanno comportato maggiori costi per l’istituto. I costi tuttavia vengono scaricati sui correntisti.

Chi non ha aumentato i propri “listini” Intesa SanPaolo la prima banca italiana per numero di clienti. “Noi non lo facciamo e non lo faremo. Nessun costo per questo intervento verrà imputato ai clienti”, ha detto il presidente Gian Maria Gros Pietro, in audizione alla Camera il 28 settembre, riferendosi alle commissioni per rientrare dell’esborso per il Fondo di risoluzione.

“Consumatori costretti a pagare gli errori dei banchieri”

Molto critiche Adusbef e Federconsumatori che denunciano “l’ennesimo furto con destrezza ai danni dei correntisticostretti a pagare gli errori dei banchieri ed una gestione dissennata del credito e del risparmio”.

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Mentre soltanto 4.000 famiglie (il 3%) delle 130.000 coinvolte nel crack di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara, riceveranno circa l’80% dei loro risparmi, spiegano in una nota le due associazioni, “le banche italiane, che praticano i costi dei conti correnti più cari d’Europa, pari a 318 euro l’anno contro una media di 114 euro dell’Ue a 27, hanno ideato un ulteriore balzello per far pagare i costi della risoluzione ai clienti, l’ennesimo ulteriore tassa addossata ai correntisti!”.