Greenpeace: Unicredit smette di finanziare estrazioni di gas e petrolio nell’Artico

“UniCredit accoglie parzialmente le richieste di ReCommon e Greenpeace Italia, interrompendo i finanziamenti a tutti i progetti oil&gas nella regione Artica e muovendo qualche ulteriore timido passo positivo nei confronti dell’esclusione di finanziamenti a nuovi progetti di sfruttamento di idrocarburi. È quanto emerge dalla nuova strategia ESG (Environmental, Social and Governance) del secondo gruppo bancario italiano”. Lo scrive in un comunicato Greenpeace Italia.

La nuova policy

“La nuova policy presenta dei progressi sul fronte dell’interruzione del finanziamento ai combustibili fossili – commenta Daniela Finamore di ReCommon -, che tuttavia sono limitati e parziali, non includendo il comparto del gas e non prevedendo un disinvestimento per le compagnie maggiormente coinvolte nel settore idrocarburi in generale. UniCredit dovrebbe essere all’altezza della sfida posta dalla crisi climatica e fermare ogni nuovo investimento nell’esplorazione e produzione di tutti gli idrocarburi, così come annunciato nei mesi scorsi dalla francese Banque Postale”.

“Male gli impegni sul carbone”

“Positivo che l’istituto di Piazza Gae Aulenti abbia deciso di non essere coinvolto in finanziamenti di progetti devastanti per l’ecosistema fragile della Regione Artica – aggiunge Finamore -, al contrario del campione di greenwashing di casa nostra – Intesa Sanpaolo – che finanzia mega-progetti di combustibili fossili nei territori più a rischio dell’Artico russo”. “La nota dolente dei nuovi impegni – conclude la ong – è l’aggiornamento sul settore del carbone, con UniCredit che purtroppo annacqua l’alto livello di ambizione della policy precedente – che prevedeva un abbandono del più inquinate dei combustibili fossili entro il 2028 – permettendo dei finanziamenti di transizione anche a quelle compagnie che hanno un piano di phase-out leggermente successivo al 2028”.