Tossinfezioni, nome complicato ma dagli effetti assai comuni. Tanto che colpisce circa 300mila italiani ogni anno, soprattutto in estate. Le conseguenze? Nausea, diarrea, dolori addominali, febbri, mal di stomaco e via via peggiorando fino a patologie ben più gravi.
Quello che non si sa è che circa 3 tossinfezioni su 4 si originano in casa, nella stragrande maggioranza dei casi per la preparazione troppo anticipata dei pasti, poi per conservazione a temperatura ambiente dei cibi o per raffreddamento inadeguato. Vediamo una breve lista delle più frequenti e dei comportamenti sbagliati che possono originarle.
UOVA E SALMONELLE
Tra i microrganismi patogeni più diffusi ci sono le Salmonelle, che si possono trovare nelle uova, nelle carni crude specie di suini e volatili, nel latte e derivati, nei mitili e in genere in tutti i molluschi bivalve.
Il batterio normalmente presente nell’intestino dell’uomo e degli animali in quantità non pericolose può diventare patogeno quando lo si ingerisce attraverso prodotti di origine animale (come carne e latte), per lo più trasformati o manipolati, e vegetali crudi.
Regole di base. Le salmonelle sono sempre presenti sulla superficie del guscio delle uova. Ma lavarle è pericoloso, dato che così facendo si rischia di assottigliare lo strato impermeabile, protettivo, più esterno (la cuticola) e consentire ai batteri di raggiungere l’interno dell’uovo.
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La regola giusta, invece, è lavarsi sempre le mani dopo averle maneggiate e soprattutto non toccare (o farle stare a contatto con) alimenti da mangiare crudi.
Quando compaiono i sintomi. Dalle 6 alle 72 ore dopo l’ingestione dell’alimento contaminato e durano generalmente pochi giorni.
I rischi. Chiunque può ammalarsi, ma bambini, anziani e soggetti immunodepressi sono maggiormente a rischio. A rischio anche chi assume antiacidi.I primi sintomi sono nausea, vomito, crampi addominali, diarrea, febbre. In qualche caso si può incorrere in febbre tifoidea. In questo caso fegato e milza possono dilatarsi e l’infezione può causare altri problemi di salute, come meningite e polmonite.
VERDURA E LISTERIA
La Listeria può essere presente nei prodotti di origine animale, nella carne bovina cruda, nelle salsicce, nella carne di pollo e nei formaggi. Uno dei mezzi più facili di contagio, però, è la verdura.
Regole di base. Occorre sempre verificare le condizioni (aspetto, colore e consistenza) delle verdure prima di consumarle, lavare accuratamente quelle crude sotto l’acqua corrente prima di mangiarle, tagliarle o cuocerle (anche la frutta pure se verrà sbucciata dovrebbe subire lo stesso trattamento). asciugare i prodotti con un panno pulito o un tovagliolo di carta
Alimenti come meloni e cetrioli andrebbero trattati con una spazzola pulita.
Carni crude, verdure e cibi cotti e pronti al consumo andrebbero sempre separati.
Quando compaiono i sintomi. Il periodo di incubazione medio è di circa 3 settimane e i sintomi della listeriosi sono simili a quelli dell’influenza.
Il rischio. È maggiore per chi ha il sistema immunitario indebolito da malattie o da farmaci, come il cortisone, che abbattono le difese immunitarie, gli anziani, le donne in gravidanza a cui può provocare l’aborto. Nei casi più gravi si attiva a setticemia e meningite.
PESCE E VIBRIONI
Crostacei, molluschi E pesci sono l’ambiente ottimale per il vibrio parahaemolyticus, un microrganismo che vive in ambiente marino.
Regole di base. Per distruggerlo è sufficiente cuocere i cibi per pochi istanti a 100 gradi.
Quando compaiono i sintomi. La sua incubazione varia da 2 a 48 ore dall’ingestione dell’alimento contaminato.
Il rischio. Ancora una volta gli individui più a rischio sono quelli con l’organismo più debole. L’infezione da vibrio parahaemolyticus causa diarrea, dolori addominali, nausea e febbre.
PESCE E ANISAKIS
L’Anisakis è un parassita che biologicamente si annida tra le viscere dei prodotti ittici e può essere anche molto pericoloso per l’uomo. Il piccolo vermicello, infatti, si nasconde nelle interiora degli animali, soprattutto nel pesce azzurro (sgombro e nasello, per esempio) ma anche in altre specie come pesce spada, coda di rospo, merluzzo. Di lì si può trasferire alle carni e di conseguenza nello stomaco dell’uomo che lo ingerisce.
Regole di base. L’unico modo per uccidere l’Anisakis e mangiare i filetti di pesce in sicurezza, è cuocere la carne del pesce a più di 60° o di congelarli, dopo avere eviscerato il pesce, a una temperatura non superiore ai -20° per almeno 24 ore
Quando compaiono i sintomi. Da qualche ora a qualche settimana.
Il rischio. L’ingestione può comportare un banalissimo mal di stomaco, il vomito, febbre e perfino shock anafilattici. Fino ad arrivare addirittura a perforazioni dell’intestino che necessitano di interventi chirurgici.
LATTE, FORMAGGI E BRUCELLA
Latticini e latte possono diventare il veicolo di trasmissione della brucella, un batterio che infetta mucche e capre. Il germe può moltiplicarsi nel latte non pastorizzato e rendere pericoloso anche il consumo di mozzarella, ricotta e latticini in genere.
Regole di base. Gli unici validi sono quelli di evitare latte e formaggi da latte non pastorizzato.
Quando compaiono i sintomi. Il periodo di incubazione dura circa 2-4 settimane, ma può protrarsi anche per alcuni mesi.
Il rischio. La brucellosi si manifesta con febbre, profonda stanchezza, sudorazione eccessiva e dolori articolari. Può causare anemia, leucopenia e trombocitopenia.
COSA FARE
Che cosa fare quando si sospetta di avere una tossinfezione? Occorre contattare un medico al più presto, soprattutto se i sintomi si aggravano: per esempio, quando non si riesce a trattenere alimenti liquidi, il dolore addominale è persistente e localizzato in un punto preciso, la febbre supera i 38 gradi, i sintomi della disidratazione sono particolarmente evidenti. Nel frattempo, è consigliabile bere molta acqua minerale o succhi di frutta non zuccherati, per compensare la perdita di sali provocata dalla dissenteria.