Ancora una condanna che farà discutere per la carne. Dopo quella dello Iarc che l’aveva inserita tra i probabili cancerogeni ora arriva quella del National Food Institute danese. Ancora una volta dopo una serie di studi gli esperti arrivano alla conclusione che un elevato consumo di carne potrebbe avere collegamenti con il cancro, anche se ulteriori variabili (contenuto in nitrati, tipo di cottura) dovrebbero essere prese in considerazione per determinare il rischio specifico. Insomma gli scienziati non si sbilanciano sulla quantificazione del pericolo ma lo confermano. L’associazione è stata osservata principalmente per il tumore del colon-retto, ma anche per il tumore al pancreas e il cancro alla prostata. Per questo il Consiglio dietetico danese (Danish Dietary) e il World Cancer Research Fund suggeriscono il consumo di non più di 500 g di carne rossa a settimana, limitando il più possibile il ricorso a carni lavorate.
La notizia interessante, però, viene da un’altra conferma, di tutt’altro tenore. Il consumo regolare di frutta, cereali integrali e verdura è un fattore di contrasto proprio nei confronti dei tumori che potrebbero essere causati dalle carni rosse e da quelle trasformate. Una promozione che dovrebbe spingerci a riflettere sul valore della dieta mediterranea. E sui danni che un’alimentazione sempre più povera di cereali integrali può farci.