Il Ttip, tra i grandi temi che condizioneranno la vita di centinaia di milioni di abitanti europei, è uno dei più sottovalutati in assoluto da media e opinione pubblica. Per questo il comitato italiano StopTtip contro il Partenariato Transatlantico sul Ccommercio e gli investimenti tra Usa e Unione europea, ha lanciato una manifestazione nazionale per accendere i riflettori sui rischi a cui i cittadini e i consumatori italiani andrebbero incontro se il trattato dovesse essere approvato senza sostanziali modifiche. Monica Di Sisto (FairWatch) coordinatrice della campagna Stop Ttip spiega: “Il 7 maggio partiremo con un corteo da piazza Esedra a Roma, a cui parteciperanno i 50 comitati locali, e attraversera diverse piazze tematiche”. Il punto d’arrivo sarà Piazza del Popolo. Sicurezza alimentare, energia, servizi, commercio, lavoro, sono tanti i settori al centro di questo negoziato per rendere più facili gli scambi commerciali tra le due sponde dell’Atlantico.
“Sicurezza dei cittadini è a rischio”
Alla conferenza stampa di presentazione della mobilitazione di oggi alla Camera, oltre a parlamentari ed esponenti di alcune delle associazioni promotrici, tra cui Cgil, Legambiente, Progressi, Movimento consumatori, Slow Food e Act, era presente anche l’ex deputata e parlamentare democratica americana Sharon Treat, docente di Diritto ambientale e analista di politiche pubbliche, esperta di commercio internazionale, per illustrare gli ultimi sviluppi dei negoziati tra Unione Europea e Usa sul Ttip. La Treat ha sottolineato come “quella del Ttip è una questione politica, un attacco alla democrazia rappresentativa. Temi importanti come la sicurezza dei cittadini in campo ambientale e alimentare verranno decisi da tecnici non eletti da nessuno, che privilegeranno interessi più vicini al commercio che al diritto”.
Per un chilo di parmigiano in più…due di Parmesan
Per spiegare cosa rischiamo, Pietro Ruffolo (Flai-Cigl), ricorre a una semplificazione: “Secondo uno studio del Parlamento europeo con le modifiche introdotte dal Ttip, l’Europa aumenterebbe le esportazioni in Usa del 60%, a fronte di un aumento di esportazioni dagli Usa verso l’Ue del 118%, come dire: per vendere un chilo di parmigiano in più in dovremo averne due di parmesan sui nostri scaffali”.
Come più volte ricordato dal Test-Salvagente, tra le cose vietate che potrebbero diventare legali ci sono ad esempio la commercializzazione del pollo “trattato” con clorina e la carne clonata. Ruffolo cita anche una ricerca dell’Ong Grain, secondo cui negli Stati Uniti ogni anno almeno 48 milioni di persone si ammalano per aver mangiato cibo contaminato (in pratica un cittadino ogni 6) e 3mila muoiono per le conseguenze.
In Europa nel 2011, ultimo dato disponibile, sono state 70mila le persone che si sono ammalate per la stessa causa, e 93 sono morte. Una differenza che conferma la preoccupazione di un trattato che avrebbe come obiettivo principale l’abbassamento degli standard minimi di sicurezza e non solo, per la commercializzazione di prodotti e servizi americani in Ue.
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In Italia? I testi del negoziato sono inaccessibili
Il problema principale per gli attivisti StopTtip è che i negoziati vengono svolti in rigoroso segreto. Dopo molte pressioni sono state aperte in alcuni paesi europei delle “Sale di lettura” dov’è possibile per alcuni parlamentari autorizzati consultare estemporaneamente i testi in discussone. Sale che non esistono ancora in Italia. Per questo il comitato StopTtip ha chiesto al presidente della Camera di fare pressione sul governo affinché i testi al centro del negoziato siano resi consultabili a tutti i parlamentari italiani. E nonostante la lettera inviata dalla presidente Boldrini al ministro Boschi, ancora nessuna novità in questo senso.
La prossima settimana si svolgerà il 13esimo “round” di negoziazione a New York, e poi il seguente incontro è previsto a luglio. “Il nostro timore – spiega Monica Di Sisto – è che la contrattazione vada così per le lunghe che si concluda con un accordo cornice, così generico da equivalere a un assegno in bianco”.
Intanto, Adriano Zaccagnini, deputato di Sinistra Italiana, durante la conferenza stampa di oggi, ha denunciato un altro rischio: “Secondo un’indagine conoscitiva del Senato, l’Unione europea è indirizzata a non classificare come Ogm i prodotti ottenuti dalle nuove tecnologie per produrre organismi geneticamente modificati. E questo perché sanno benissimo che la stragrande maggioranza delle persone è contraria agli Ogm”.