Stop anatocismo, la banca non potrà più calcolare interessi su interessi

Stop all’anatocismo bancario: la commissione Finanze della Camera ha approvato un emendamento che vieta, nei contratti di conto corrente, così come nei conti di pagamento e le carte revolving, il calcolo degli interessi sugli interessi. Sergio Boccadutri, il deputato del Pd che ha presentato l’emendamento alla legge di conversione del dl Banche, spiega al Test-Salvagente: “Abbiamo affermato un principio in favore dei consumatori e messo un punto fermo rispetto alla norma attuale che dava adito a interpretazioni, spesso a danno degli utenti che si vedevano costretti a ricorrere al giudice contro l’applicazione dell’anatocismo bancario. L’emendamento approvato oggi cancella ogni contraddizione legislativa e stabilisce che la maturazione degli interessi non potrà essere inferiore ad un anno, che gli interessi debitori a carico del cliente non possano ‘produrre interessi ulteriori’ e che saranno conteggiati al 31 dicembre ed esigibili da marzo dell’anno successivo. Il consumatore avrà 60 giorni di tempo per decidere: se pagare gli interessi passivi oppure se ‘aggiungerli’ al capitale. Ma non ci sarà più nessun automatismo nella capitalizzazione”.

Come l’araba fenice

L’anatocismo sembra duro a morire e i tentativi di una riforma negli ultimi anni non sono mancati. Così come le condanne delle banche.  Eppure nonostante i tanti pronunciamenti a favore dei consumatori (la campagna #StopAnatocismo promossa dal Movimento Consumatori ha portato alla “condanna” di oltre 10 istituti bancari tra i quali UniCredit, Intesa San Paolo, Deutsche Bank, Ing Bank, Banca popolare di Milano e Bnl), la riforma dell’articolo 120 del Testuo unico bancario, che dal primo gennaio 2014 stabilisce che gli “interessi scaduti non possono più produrre nuovi interessi e che devono essere conteggiati solo sul capitale”, e la decisione dell’autunno scorso di BankItalia di eliminare dai nuovi contratti di conto corrente ogni riferimento alla capitalizzazione degli interessi, l’anatocismo rispunta come l’araba fenice dalle sue ceneri.

60 giorni per decidere, mai più automatismi

Ma in cosa consiste? Gran parte delle banche adotta una capitalizzazione trimestrale degli interessi , ovvero la quota di interessi  passivi maturata ogni tre mesi diventa capitale, così che nel trimestre successivo, il tasso è applicato sul capitale più sulla quota di interessi già maturata. Un gioco a perdere per il consumatore.

L’emendamento approvato oggi fa chiarezza su molti punti:

  1. la maturazione degli interessi non potrà essere inferiore ad un anno, vietando di fatto la trimestralizzazione;
  2. la trasformazione degli interessi passivi in capitale non sarà più automatica;
  3. spetterà al consumatore decidere la sorte degli interessi maturati al 31 dicembre: se pagarli entro 60 giorni (il primo marzo dell’anno successivo) oppure se trasformarli in capitale e quindi decidere autonomamente che frutteranno altri interessi;
  4. le nuove norme si applicheranno su tutti i rapporti bancari (sconfinamenti e fidi in c/c, carte revolving, conti di pagamento).

“Restituite 2 miliardi l’anno”

Da sempre le associazioni dei consumatori si sono battute contro l’anatocismo bancario e chiesto la restituzione dei 2 miliardi l’anno – a tanto ammonterebbe il “guadagno” per le banche – almeno dal primo gennaio 2014 ad oggi. In una lettera congiunta 12 organizzazioni nell’ottobre scorso avevano chiesto a Banca d’Italia di mettere una parola fine sull’annosa vicenda.

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Soddisfatto Alessandro Mostaccio segretario generale di Movimento consumatori, l’associazione da sempre in prima fila contro l’anatocismo: “Ci sorprende positivamente l’approvazione di questo emendamento ed è la dimostrazione che la politica in questa partita è stata più veloce del regolatore: Banca d’Italia è da un anno e mezzo che deve intervenire sulla questione e non lo ha fatto. Ora ci aspettiamo anche la restituzione alle imprese e alle famiglie di quanto indebitamente incassato dalle banche in questi ultimi due anni”.

“Finalmente un emendamento a favore dei consumatori e delle famiglie e non delle banche” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione nazionale consumatori. “Ora si spera che le banche la smettano di provare ad interpretare le norme sull’anatocismo a proprio uso e consumo, costringendo i consumatori ad aprire lunghi contenziosi legali. Era una storia che durava francamente da troppi anni. Bene anche l’estensione alle carte di credito revolving”, ha concluso Dona.