Corpo Forestale addio. E i reati ambientali?

Il Corpo forestale sparisce. Almeno come entità a sé, dato che è stato accorpato all’Arma dei Carabinieri. Un passaggio voluto dalla riforma Madia (e dai relativi decreti attuativi appena approvati dal Consiglio dei ministri) e osteggiato fino all’ultimo sia dai sindacati dei forestali che da varie associazioni ambientaliste – come Enpa, Wwf, Greenpeace, Lipu e Animalisti italiani – che fiutano il pericolo di un abbassamento della guardia nei confronti dei cosiddetti ecoreati e della sicurezza agroalimentare.

Al di là delle difficoltà puramente tecniche del passaggio (personale e competenze di un corpo civile, come quello forestale, devono “migrare” in un corpo militare come quello dei Carabinieri) quello che preoccupa di più è la perdita o comunque il ridimensionamento di una forza specializzata nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente, l’unica in grado di contrastare le ecomafie con mezzi e conoscenze maturate in una storia lunga di successi.

Netta la posizione di Greenpeace, espressa dalle parole di Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia, secondo cui “il Paese ha solo da perdere dalla cancellazione di un corpo di polizia specializzato in reati ambientali.  Ci saremmo aspettati al contrario il potenziamento, il rafforzamento e l’efficientamento del Corpo Forestale”.
Sulla stessa linea anche Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, che conferma: “il rischio è che l’accorpamento porti a un abbassamento della guardia sui reati ambientali. La diluizione del Corpo forestale nei Carabinieri fa perdere una specificità”.

Una storia di indagini e successi

Per capire l’importanza strategica del Corpo Forestale e il ruolo fondamentale che ha svolto fino ad oggi, basta ricordare alcuni dei suoi successi più eclatanti:

  • nel 2006 la scoperta dello scandalo del latte Nestlé contaminato dall’Itx, l’inchiostro che migrando dalle confezioni aveva inquinato il contenuto;
  • nel 2010 l’indagine sul propoli al pesticida che ha portato al sequestro, in provincia di Torino, di 11mila confezioni contenenti 450mila perle al propoli contaminato da acaricidi, sostanze vietate perché ritenute neurotossiche per l’uomo.
  • nel 2012 la frode alimentare delle mozzarelle di bufala prodotte anche con latte vaccino;
  • nel 2014 il sequestro di un ingente quantitativo in un’azienda barese di pappa reale biologica cinese venduta come biologica italiana e di miele di origine serba commercializzato come miele biologico italiano e propoli con denominazione illecita Propoli “D.O.C.”;
  • nel 2015 il sequestro di migliaia di tonnellate di olio extracomunitario venduto come 100% italiano, con una decina di aziende pugliesi coinvolte nella maxitruffa.

 

Le ragioni e le modalità del “passaggio”

Nelle intenzioni del governo l’accorpamento dei Forestali ai Carabinieri risponde a esigenze di razionalizzazione e risparmio, ma questo non convince i sindacati di categoria (Fp Cgil, Fns Cisl, Sapaf, Dirfor, Ugl Cfs e Snf ) che si battono a oltranza contro la militarizzazione del Corpo forestale, ritenuto attualmente l’unica forza di polizia specializzata nella prevenzione e nella repressione dei reati ambientali e agroalimentare, degli incendi e del dissesto idrogeologico.
Con la mossa del governo, infatti, il rischio di spuntare un’arma altrimenti ben affilata è altissimo.
Quanto alle modalità, l’approvazione del decreto attuativo segna il passaggio dalla Forestale ai Carabinieri di funzioni e personale (circa 8mila unità), escluse le competenze anti-incendio, che andranno al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e piccoli gruppi di dipendenti che saranno assegnati a Polizia e Guardia di finanza. Il tutto dovrà concludersi entro sei mesi.

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