Oltre al danno la beffa: ovvero l‘impossibilità di dimostrare di aver ragione e finire direttamente nelle mani di Equitalia. Gli oltre 235mila avvisi bonari inviati dalla Regione Lazio ad altrettanti cittadini – che hanno usufruito di una prestazione sanitaria tra il 2009 e il 2010 e non hanno pagato il ticket dichiarando di avere un reddito Irpef tale da poter beneficiare dell’esenzione – rischiano presto di diventare cartelle esattoriali.
E la Federconsumatori del Lazio chiede al governatore Nicola Zingaretti “di fare un passo indietro e annullare le richieste massive di pagamento“.
Difficile difendersi
Chiariamolo subito: chi ha barato è giusto che paghi. Ma chi davvero era esentato dal ticket si può trovare nella difficoltà di dimostrarlo, magari perchè non ha conservato le dichiarazioni dei redditi oppure perchè non ha più la quitanza del pagamento della prestazione. E la pretesa della Regione rischia di diventare assurda.
Antonella Nanna è un avvocato della consulta giuridica della Federconsumatori Lazio: “Se è vero che la prescrizione sul ticket è di 10 anni è anche vero che per le dichiarazioni dei redditi, i modelli 730, c’è l’obbligo per il cittadino di custodirli per 5 anni. Quindi se ci chiedono di pagare un ticket per una prestazione di sei anni fa diventa difficile dimostrare che si aveva diritto all’esenzione per motivi di reddito”. Possiamo infatti non avere più, trascorsi i 5 anni, i modelli 730 nel cassetto oppure, se ci facciamo assistere da un Caf, non li può più avere l’intermediario.
“La Regione annulli le richieste”
Non solo. “Mettiamo di aver comunque pagato e la Regione ci chiede di dimostrarlo con la queitanza: l’originale del ticket possiamo non averlo più perchè magari lo abbiamo consegnato al Caf o al commercialista all’epoca per scaricarlo dalla denuncia dei redditi”. Insomma difendersi diventa complicato e le scuse del governatore Nicola Zingaretti, potrebbero non bastare. “La Regione – conclude l’avvocato Nanna – dovrebbe agire con un annullamento stragiudiziale onde evitare di mettere i cittadini nella condizione di dover presentare un ricorso”.
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