Vaccini, nessuno tocchi il diritto all’istruzione

No vaccini? No scuola. Suona così la proposta su cui c’è l’accordo degli assessori regionali alla Sanità: subordinare l’iscrizione a scuola dei bambini al completamento del ciclo vaccinale. L’indicazione – contenuta anche in un disegno di legge fresco di firma del deputato Pd Filippo Crimi – ha l’obiettivo di porre un freno al calo delle vaccinazioni registrato nelle ultime settimane dall’Istituto superiore di sanità. Sul punto gli assessori sono pronti a dar battaglia avallati anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin e la via per la reintroduzione dell’obbligo sembra essere il nuovo Piano nazionale vaccinale che il prossimo 20 ottobre verrà portato all’attenzione della Conferenza delle regioni. A questo si aggiungerebbe anche un richiamo – l’ipotesi è al centro della discussione tra ministero della Salute, sindacati e Ordine  – da parte dell’Ordine dei Medici per quei pediatri che sconsiglierebbero le vaccinazioni.

RIFIUTI ILLEGALI

Tutto così semplice? Non proprio, come spiega a il Test Eugenio Serravalle, pediatra di lungo corso e presidente dell’associazione AsSIS: “Non scherziamo, il diritto all’istruzione viene prima di ogni altra cosa”. In effetti, il Dpr 355/99 parla chiaro e stabilisce che i dirigenti scolastici sono “tenuti ad accertare se siano state praticate agli alunni le vaccinazioni obbligatorie e, nel caso di mancata presentazione della certificazione o della dichiarazione sostitutiva, a comunicare il fatto, entro 5 giorni, per gli opportuni e tempestivi interventi, all’Azienda USL di appartenenza e al Ministero della Sanità”. La mancata certificazione, quindi, non comporta il rifiuto di ammissione dell’alunno a scuola o agli esami e tornare al certificato vaccinale come prerequisito per l’accettazione – previsto dall’originario Dpr 1518/67 – non è cosa semplice tanto più in un momento in cui le regioni si stanno avviando verso il superamento dell’obbligo vaccinale.

OBBLIGATORI O NO?

Ad oggi, i vaccini obbligatori – introdotti nel 1888 – sono 4: antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. La legge 689/1981 ha depenalizzato le precedenti sanzioni penali mediante declassamento a sanzioni amministrative di carattere pecunario. Attualmente solo la Regione Veneto ha promulgato una legge regionale (7/2007) con la quale ha sancito la non obbligatorietà delle vaccinazioni pediatriche a partire dai nati nel 2008, adottando comunque idonei strumenti di monitoraggio al fine di evidenziare eventuali aspetti sfavorevoli del provvedimento.

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Altre realtà regionali (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Toscana) hanno avviato o stanno avviando percorsi per passare gradualmente dal regime di obbligatorietà a quello di adesione consapevole (con sospensione dell’applicazione delle sanzioni amministrative), supportate dall’adozione di adeguate campagne informative e da protocolli specifici per la gestione dei soggetti inadempienti. Siamo certi che la scelta più giusta per convincere i genitori a vaccinare i propri figli sia un ritorno al passato?

SANZIONI

Non solo un ritorno all’obbligatorietà. Il ministero della Salute pensa anche a possibili iniziative e provvedimenti disciplinari nei confronti di quei medici che diffonderebbero notizie false e scoraggerebbero il ricorso alle vaccinazioni. Su questo punto ci sarebbe anche l’intesa con i Sindacati e l’Ordine dei Medici.