La notizia è di quella che non piacerebbe a Giovanardi e ai proibizionisti, secondo cui legalizzare le droghe leggere spianerebbe la strada alla tossicodipendenza su più livelli. I dati che arrivano dagli Stati Uniti dicono tutt’altro: Seconco un sondaggio della Washington University School of Medicine di St.Louis, riportato da Wired, da quando la cannabis è stata legalizzata in diversi stati, gli adolescenti americani ne consumano di meno. Il sondaggio è stato effettuato su 216mila adolescenti, e parla di “forte diminuzione” dell’uso della sostanza.
Con legalizzazione niente boom di consumatori giovani
I ricercatori, che pubblicheranno i risultati completi sul Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, hanno intervistato 216mila ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, lungo un arco di tempo di 12 anni: quelli che hanno avuto problemi a causa del consumo di cannabinoidi sono diminuiti del 24% dal 2002 al 2013, così come i consumatori sono scesi dal 16 al 14%: “Siamo sorpresi di vedere questi cali sostanziali nel consumo e abuso di marijuana”, ha commentato Richard A. Grucza, uno degli autori del lavoro, ha commentato affermando di essere sorpreso, e ha sottolineato: “Non sappiamo in che modo la legalizzazione stia interessando i giovani consumatori di marijuana, ma forse oggi i ragazzi con problemi comportamentali hanno più possibilità di essere seguiti durante l’infanzia, il che potrebbe renderli meno propensi a consumare la sostanza durante l’adolescenza. Ma qualunque cosa stia accadendo, sembra che questo declino sia indipendente dagli effetti della legalizzazione della marijuana”. Dunque, nessuna relazione tra legalizzazione e minor consumo, ma il dato importate è un altro: legalizzare non comporta un aumento dei consumatori.
L’inchiesta del Test sull’erba di strada
La battaglia contro i pregiudizi relativi alla cannabis va molto più a rilento in Italia, e i danni del proibizionismo ricadono sui consumatori, come dimostra anche l’inchiesta pubblicata sul numero di novembre de Il Test Salvagente, che aveva fatto analizzare campioni di marijuana prelevata nelle piazze di spaccio di varie città italiane.
Cannabis terapeutica, due passi indietro e uno avanti
Nel frattempo, una proposta di legge promossa dai Radicali e dall’Associazione Luca Coscioni è ferma in Parlamento da tempo. L’unico settore dove si registrano passi avanti è quello della cannabis terapeutica, legale in Italia, e approvata dai servizi sanitari pubblici di 11 regioni, ma ancora lontana dall’essere pienamente applicata, a causa anche dei tantissimi medici che non vogliono prescriverla, nonostante gli evidenti benefici. La buona notizia è che dal prossimo agosto, il raccolto coltivato in via sperimentale dall’istituto farmaceutico militare di Firenze, invece che venire bruciato, come è accaduto fino ad ora, verrà messo a disposizione delle farmacie italiane.
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