In un mercato complesso e globale come quello che porta il cibo sugli scaffali dei nostri supermercati, chi acquista vuole conoscere le informazioni essenziali sull’origine degli ingredienti per valutarne non solo le caratteristiche nutrizionali, ma anche l’impronta etica, ambientale e la potenziale dannosità per la salute.
Purtroppo, le leggi italiane ed europee sull’etichettatura sono ancora lacunose in questo senso, in parte per negligenza, in parte per interessi lobbistici dell’industria agroalimentare. Esistono però casi virtuosi di aziende, associazioni, distributori, che hanno fatto negli anni della trasparenza in etichetta il loro punto forte, e che superano per accuratezza anche quella imposta per legge ai prodotti biologici. Il Test-Salvagente ha approfondito queste esperienze per poter raccontare che non sempre ci si deve rassegnare al comprare “al buio”. Anzi, le buone pratiche esistono.
Ecco quelle più virtuose messe a confronto sul numero di maggio del mensile.
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