“Per proteggere l’ambiente è concesso colpire la libertà d’impresa”. Ad affermarlo è una sentenza del Consiglio costituzionale francese (il corrispettivo della nostre corte costituzionale), che si è espressa su un ricorso delle multinazionali biotech. Al centro della battaglia legale la questione di costituzionalità posta dall’Unione dell’industria della protezione delle piante (UIPP), che riunisce Bayer, Syngenta, Basf e tutti produttori di prodotti fitosanitari situati in Francia, riguardo l’articolo 83 della Food Act (Egalim) dell’ottobre 2018 che proibiva, dal 2022, la produzione, lo stoccaggio e la circolazione di prodotti fitosanitari contenenti sostanze attive non autorizzate in Europa, e destinate al mercato extra-Ue, in relazione alla protezione della salute umana o animale o alla conservazione dell’ambiente.
Tra questi, come ricorda Le Monde, l’atrazina, un diserbante utilizzato nei campi di mais il cui uso è vietato nell’Unione europea dal 2003 a causa del suo potenziale cancerogeno, un interferente endocrino con effetti deleteri sullo sviluppo intrauterino. Molti pesticidi proibiti sono ancora prodotti in Francia con l’obiettivo di essere venduti, principalmente nei paesi in via di sviluppo, e in particolare in Africa. La sezione 83 mira a porre fine a questa attività , che rappresenta un rischio per le popolazioni esposte.
Adesso, con una sentenza senza precedenti, il Consiglio costituzionale riconosce per la prima volta che “la protezione dell’ambiente, patrimonio comune degli esseri umani, costituisce un obiettivo di valore costituzionale” che può giustificare “attacchi alla libertà di condurre un’attività ”.