Il 5% dei casi di tumore alla vescica diagnosticati ogni anno in Europa, possono essere attribuiti all’esposizione di sostanze chimiche, i trialometani (THM), presenti nell’acqua potabile. E’ quanto emerge da uno studio coordinato dal Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), ma che ha visto coinvolti anche ricerctori dell’Università di Modena e Reggio Emilia. La media annua stimata dei livelli di THM è stata di 11,7 μg/L, con importanti differenze tra un Paese e l’altro. I Paesi con le medie più basse sono: Danimarca (0,02 μg/L), Paesi Bassi (0,2 μg/L), Germania (0,5 μg/L), Lituania (1 μg/L), Austria (1, 1 μg/L), Slovenia (2,9 μg/L), Italia (3,1 μg/L) e Polonia (5,7 μg/L). I valori medi più elevati sono stati invece osservati a Cipro (66,2 μg/L), a Malta (49,4 μg/L), in Irlanda (47,3 μg/L), in Spagna (28,8 μg/L) e in Grecia (26,3 μg/L). Al di là delle medie, però, in 9 Paesi sono stati rilevati dei livelli di trilometani superiori a 100 μg/L, il limite stabilito dall’Unione Europea. Tra questi c’è anche l’Italia, in cui è stato riportato un livello massimo di contaminanti di 129,5 μg/L. (continua dopo l’immagine)
I ricercatori hanno analizzato per la prima volta su larga scala la presenza delle sostanze chimiche dai noti danni alla salute nell’acqua di rubinetto di 26 Paesi europei. I dati sono stati raccolti tra il 2005 e il 2018 e provengono da tutti i Paesi membri tranne Bulgaria e Romania dove le informazioni disponibili erano scarse.
I trialometani (CHX3) furono tra i primi sottoprodotti di disinfezione ad essere stati scoperti in acqua clorinata. Queste sostanze si formano durante la disinfezione del cloro e la disinfezione con disinfettanti clorurati. I trihalomethanes possono essere divisi in triclorometano (cloroformio, CHCl3), diclorometano di bromo (BDCM, CHBrCl2), tribromometane di cloro (CHBr2Cl) e tribrometano (CHBr3). Sebbene tali sostanze consistono sia in metani clorurati che bromurati, non si formano per reazione fra cloro e metano. Le sostanze si formano durante la reazione fra cloro e la materia organica contenuta nell’acqua. L’associazione tra l’esposizione a lungo termine ai trialometani e l’aumento del rischio di tumore della vescica è stata dimostrata in numerosi studi.
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Il risultato di questa indagine è frutto dell’incrocio dei dati sui livelli di trialometani rilevati nell’acqua corrente dalle amministrazioni locali con quelli sull’incidenza del tumore alla vescica nella popolazione.