Il glifosato? Ha vita corta. A sollevare un polverone in Germania, sono state le parole di Angela Merkel alla Camera bassa, riprese e rilanciate dalla Reuters. Parole che hanno dato un altro duro colpo alla tedesca Bayer, già in crisi per le oltre 10.000 denunce negli Stati Uniti riguardo alle accuse del legame tra glifosato Monsanto e cancro.
Qualche giorno prima, infatti, era stata proprio la Bayer (oramai proprietaria anche di Monsanto) a sostenre che l’erbicida più contestato al mondo avesse ancora un futuro.
“Le cose si muovono e alla fine arriveremo a un punto in cui il glifosato non è più utilizzato”, ha detto la Merkel ai legislatori, aggiungendo che ciò dovrebbe essere raggiunto senza penalizzare troppo gli agricoltori.
Bayer, che ha lottato per superare la crisi del glifosato, due settimane fa ha annunciato che avrebbe speso 5 miliardi di euro nella ricerca di pesticidi alternativi, ma ha ribadito che l’erbicida ha ancora un futuro.
“Mentre il glifosato continuerà a svolgere un ruolo importante in agricoltura e nel portafoglio di Bayer, la società si impegna a offrire più scelte ai coltivatori”, aveva spiegato l’azienda.
Le vendite dirette di glifosato giocano un ruolo secondario nei bilanci di Bayer, perché varie altre società di prodotti chimici forniscono l’erbicida off-patent, ma le sementi per coltivare colture resistenti al glifosato sono un fattore chiave per il profitto in Nord e Sud America.