Alla notizia del ritiro dell’antibiotico Ec a base di acido pipemidico, il Salvagente ha chiesto maggiori informazioni all’Agenzia italiana per il farmaco, visto che la classe di farmaci a cui appartiene, quella dei chinoloni e dei fluorochinoloni, è ormai da tempi al centro di allerta da parte di agenzia per la sicurezza sanitaria di tutto il mondo, come l’americana Fda, e l’Ema, l’agenzia europea per il farmaco.
I principi attivi vietati
L’Aifa risponde, innanzi tutto, sulla domanda relativa ad altri eventuali antibiotici della stessa classe ritirati: “In attuazione  della decisione della Commissione Europea n. 2050 dell’ 11 Marzo 2019, notificata all’Italia in data 15 Marzo 2019, relativa alla revisione dei farmaci a base di fluorochinoloni e chinoloni  per uso sistemico e per uso inalatorio, è stato deciso di sospendere i seguenti medicinali contenenti chinoloni: acido nalidixico; acido pipemidico; cinoxacina; flumequina, in quanto non mantengono alcuna indicazione con un rapporto beneficio/rischio positivo”. In Italia, spiega l’Agenzia per il farmaco, “non ci sono più in commercio medicinali per uso umano a base di chinoloni”.Â
Ma i fluorochinolonici rimangono in commercio
Rimangono però in vendita ancora gli antibiotici fluorochinolonici, e l’Aifa il perché: “Rimangono un’importante opzione terapeutica nei pazienti in cui non siano efficaci o tollerate altre terapie, nonostante il rischio molto raro di reazioni avverse di lunga durata, invalidanti e potenzialmente irreversibili”.
Quando usarli e quando no
L’agenzia approfitta per riepilogare i casi in cui i fluorochinoloni non devono essere usati:
–Â Â Â Â Â Â Â Â per trattare infezioni non gravi o che potrebbero migliorare senza trattamento (come infezioni alla gola);
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–Â Â Â Â Â Â Â Â per prevenire la diarrea del viaggiatore o le infezioni ricorrenti del tratto urinario inferiore (infezioni delle urine che non si estendono oltre la vescica);
–Â Â Â Â Â Â Â Â per trattare pazienti che hanno avuto in precedenza gravi effetti collaterali con un antibiotico fluorochinolonico o chinolonico.
Devono essere usati con cautela specialmente negli anziani, nei  pazienti con problemi renali, nei pazienti che hanno avuto un trapianto di organo, o in quelli che sono stati trattati con un corticosteroide sistemico (questi ultimi sono a più alto rischio di danno al tendine).