
Caro Salvagente, sulle vicende di comportamenti “strani” delle compagnie telefoniche, posso portare la testimonianza che riguarda la vicenda dei miei genitori.
La linea telefonica con rete fissa intestata a mio padre viene disdetta a mezzo PEC con motivazione “per abbandono locali” a maggio 2018.Ma nonostante ciò, la compagnia continua ad emettere fatture. Puntualmente contestate.
Siamo arrivati al punto che la TIM mi contesta il metodo di inoltro della disdetta: la PEC non appare, ai loro occhi, un canale ufficiale per tali comunicazioni. Mi sono arrabbiata come non mai e ho risposto che se le informazioni che danno nei call center non sono corrette, non è un problema del consumatore e che formassero meglio gli operatori.
Ad oggi, dopo altre pec, siamo a questo punto: TIM ha inviato dapprima una lettera di diffida al pagamento. Contestata integralmente. Poi è arrivata una lettera con la comunicazione di risoluzione contrattuale della TIM per inadempimento contrattuale alla quale ho risposto, sostanzialmente “per fortuna, sono mesi che chiediamo ci sia tolta la linea”. Risultato? Oggi è arrivata un’altra bolletta!
Anna Carubelli
Cara Anna, questa ancora ci mancava: una compagnia che sostiene che la Pec non ha valore legale (mentre invece le vendite telefoniche sì). A ogni modo abbiamo interpellato Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia per una risposta.

Ha fatto bene la signora Carubelli a contestare la mancata cessazione e le fatture emesse e, fa ancora meglio a continuare a contestare tutta questa situazione che continua a protrarsi. Però, dopo aver fatto ciò, le consiglio, per esperienza vissuta sui vari casi gestiti per conto dell’associazione consumatori Konsumer Italia, di avviare procedura di conciliazione, perché Tim continuerà a sostenere la validità del suo operato e se non si 








