“Direttori Generali rimossi se non garantiscono visite ed esami medici entro il tempo massimo previsto, gestione trasparente delle prenotazioni da parte delle strutture, un osservatorio nazionale sulle liste d’attesa di cui faranno parte anche i cittadini e la riduzione dei tempi massimi previsti per ottenere le prestazioni non urgenti”. Altra importante novità : blocco delle prestazioni in intramoenia in caso di criticità , ovvero di prolungamento dell’attesa entro i tempi massimi previsti. Come riporta l’ansa i pilastri del nuovo Piano Nazionale per il Governo delle Liste d’Attesa (Pngla), predisposto dal Ministero della Salute e presentato in Conferenza Stato Regioni, contiene delle novità che stanno creando malumori tra i dottori.
Le novitÃ
Il nuovo Piano vuole “avvicinare ulteriormente la sanità pubblica ai cittadini”. Individua l’elenco di prestazioni ed esami diagnostici soggetti al monitoraggio e prevede il rispetto, da parte delle Regioni, dei tempi massimi di attesa per ciascuno. Confermate le 4 classi di priorità da indicare nelle prenotazioni di specialistica ambulatoriale (dalla più alla meno urgente), ma riduce il limite massimo per quelle a priorità programmata (non urgenti) da 180 giorni a 120.
I medici: Ipocrisia della politica
I medici totalmente contrari, come conferma il commento riportato dall’Ansa di Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao Assomed: “Regioni e Governo si autoassolvono dalla responsabilità politica e gestionale del mantenimento e dell’allungamento delle attese, sempre più lunghe, per le prestazioni sanitarie indicando nei medici dipendenti il capro espiatorio ideale, e nella loro attività libero professionale intramoenia la causa da rimuovere nel caso, non improbabile, che non si rispetti il piano delle illusioni che hanno stilato”. Secondo Palermo, il problema è che viene definita “la tempistica per le prestazioni a prescindere dalle risorse disponibili”.