Acea: “paga 3 centesimi o ti stacchiamo la luce”

Una morosità di 3 centesimi. E ovviamente la minaccia di staccare la luce se non si salda il dovuto. È il contenuto in sintesi delle due pagine di raccomandata che l’Acea ha inviato a una nostra lettrice, colpevole di essere indietro con il pagamento della somma di euro 0,03. Raccomandata che, tra l’altro, ha impiegato un anno ad arrivare a casa della destinataria: il bollettino risulta infatti emesso a novembre dell’anno scorso, con scadenza dicembre 2014. Ma la nostra lettrice l’ha ricevuta solo ieri.

Una variante delle “bollette pazze“, insomma, quelle cioè che richiedono pagamenti già eseguiti o somme esorbitanti. Qui invece c’è un debito irrisorio, che se non è uno scherzo non può che essere frutto di una svista o un incauto arrotondamento, pensa la nostra lettrice, ma tant’è. L’Acea è serissima nel chiedere il dovuto, imporre un termine stringente per l’adempimento e minacciare la sospensione della fornitura in caso di mancato versamento.

La vicenda è paradossale. Non sappiamo quanto sia costato al fornitore di energia elettrica inviare la raccomandata con il bollettino per il pagamento dei 3 centesimi, ma sappiamo che alla nostra lettrice potrebbe costare – di sole spese – almeno 1,50 euro alla Posta o 2 in tabaccheria. Oltre ovviamente i 3 centesimi.

Ma la nostra lettrice non ci sta e decide di chiamare l’Acea per avere chiarimenti. Chiarimenti che sono stati quasi più sorprendenti della stessa richiesta dei 3 centesimi: “Ma davvero ha ricevuto un bollettino da 3 centesimi?” chiede una voce stupita all’altro capo del telefono. “Certo, ce l’ho qui davanti”, la risposta secca. “E allora signora, non ne tenga conto. Deve essere stato un assestamento del sistema”. E vabbè.

 

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