“Una sentenza storica” la definisce l’avvocato Alexander Schuster. E non potrebbe essere altrimenti considerato che la decisione del tribunale civile di Trento, depositata il primo agosto, condanna una società immobiliare al risarcimento danni nei confronti di una transgender a cui era stata rifiutato l’affitto di una stanza in un residence dopo la firma del preliminare.
Diecimila euro è la cifra che la Toxon, questo il nome dell’agenzia, dovrà pagare perché ritenuta colpevole di discriminazione in base all’orientamento sessuale dal giudice che, inoltre, ha trasmesso gli atti alla procura penale per valutare l’ipotesi di reato di falsa testimonianza nei confronti di due dei testimoni citati dall’azienda. “È la prima sentenza in assoluto che riguarda la discriminazione verso le persone transgender e una delle rarissime in materia di bene e servizi per motivi di genere – spiega l’avvocato Schuster, già impegnato in passato in cause a tutela dei diritti di persone transgender – Spero che dia speranza alle migliaia di persone discriminate, che in decenni non hanno mai trovato il coraggio di reagire. Gli strumenti di tutela ci sono: era inconcepibile che non fossero mai stati utilizzati”.
La storia risale ad agosto 2016 quando Andrea Martinelli, imprenditore e creatore di una start up informatica, sottoscrisse con la Toxon un contrato preliminare per l’affitto di una stanza in una residenza studentato di nuova costruzione. Pagata la caparra, al momento della consegna delle chiavi il responsabile dell’agenzia si accorse però che Andrea Martinelli, nonostante il nome, aveva sembianze femminili. A quel punto il rifiuto con motivazioni pretestuose e la minaccia di azioni legali in risposta alle accuse di discriminazione. Così a due anni di distanza, nel frattempo Andrea Martinelli si è trasferito all’estero dove lavora per uno dei colossi mondiali dell’elettronica come sviluppatore di software, la sentenza che riconosce la discriminazione per motivi di sesso e genere. “Noi persone transgender siamo notoriamente discriminate sul lavoro e quando dobbiamo cercare un’abitazione, soprattutto in paesi come l’Italia – commenta Andrea – Il pregiudizio è forte, ma è intollerabile che anche le società commerciali lo facciano proprio. Spero che questa condanna sia un segnale che incoraggi altre persone in situazioni simili a far sentire la loro voce”. “Il diritto – aggiunge poi l’avvocato – non tollera una lesione della loro dignità. Ed è accertato anche che la società aveva fatto proprio un pregiudizio: quello per cui le persone transgender sono dedite alla prostituzione, donde il temuto uso promiscuo della stanza nello studentato”.
Per l’avvocato Schuster non è la prima vittoria in tema di diritti delle persone transgender. Un anno fa era stato proprio lui portare davanti alla Corte di Cassazione il caso di due trentini a cui è stato riconosciuto come legittima la rettificazione del “sesso anagrafico” anche in assenza di un cambio di sesso “medico”, ovvero un’operazione chirurgica.