Il Tribunale di Siena, con ordinanza del 20/03/2018, ha ammesso la costituzione del Movimento difesa del cittadino come parte civile nel processo penale della “truffa del Brunello”. Ricordiamo la storia, di cui ci eravamo occupati: diverse persone erano state rinviate a giudizio (tra queste C.T. di anni 57 che ha patteggiato in sede di udienza preliminare) per avere a vario titolo falsificato documentazione contabile e amministrativa e diverse partite di vino denominate Brunello di Montalcino o Rosso di Montalcino prodotte senza rispettare il disciplinare, utilizzando cioè per la quasi totalità un semplice sangiovese che veniva poi ”spacciato” per il più blasonato e costoso brunello.
La vicenda risale al 2014, quando, grazie a una segnalazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, la Procura e la Guardia di Finanza senesi hanno scoperto la frode a danno dell’immagine di uno dei vini più famosi nel mondo.
Il proprietario di una piccola azienda vitivinicola a Magliano in Toscana (GR), lavorava anche come enologo e responsabile di cantina presso alcune delle più importanti aziende vitivinicole nel senese, produttrici di Brunello di Montalcino Docg e Rosso di Montalcino Doc. All’insaputa dei titolari di queste aziende, inizia ad “esportare” il proprio vino (un semplice Sangiovese) nelle cantine più blasonate, manipolando i registri di cantina, producendo fatture false e trasformando il proprio vinello da pochi euro in un vino che può costare, a seconda delle annate, oltre 50 euro a bottiglia. Il tutto con la complicità di una ditta di commercio di vini, che acquistava le false bottiglie di Brunello e Rosso di Montalcino per rivenderle come “vere”, accompagnate anche dai contrassegni del MIPAF letteralmente “rubati” al Consorzio per la tutela del Brunello. L’uomo, inoltre, aveva eseguito ripetuti accessi telematici al sistema informatico Artea, l’azienda regionale per le erogazioni in agricoltura, falsificando i dati delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di vino sfuso. A seguito di numerose perquisizioni, la Gdf di Siena sequestrava migliaia di bottiglie di vino taroccato, con enormi danni per le aziende truffate e per I consumatori ingannati
Il Movimento difesa del cittadino, con l’assistenza dell’avvocato Roberto Vannetti, ha portato e porterà avanti la difesa dei consumatori in questo processo e in tutti i procedimenti nei quali vengano accertati fatti così gravi, come quelli di una vera e propria truffa a danno dei consumatori, per la giusta punizione dei responsabili.