Extravergine: il prezzo giusto per un litro di olio novello

OLIO EXTRAVERGINE PREZZO

Con l’aiuto di Alberto Grimelli, agronomo e direttore responsabile di Teatro Naturale, portale di riferimento per l’olio, vediamo quanto costa comprare un litro di extravergine dal produttore nelle diverse regioni: “Un’annata a macchia di leopardo, ma senza ribassi”

La situazione del mercato italiano alle prime battute della campagna olearia 2025/2026 appare stabile. La produzione italiana di olio di oliva dovrebbe attestarsi su 280-300mila tonnellate, quindi più delle 240 mila tonnellate della stagione precedente ma non un vero boom. A condizionare l’annata è stato il caldo e la siccità, specie al sud, e la mosca olearia al Centro-Nord. Anche altri parassiti stanno facendo capolino con maggiore frequenza e intensità, come la cimice asiatica che ormai non è più confinata solo al Nord ma è arrivata anche in Toscana e nelle Marche. Stessa dinamica anche per la cecidomia.

La produzione italiana di olio di oliva in crescita va contestualizzata in un panorama olivicolo mediterraneo in cui la produzione complessiva dovrebbe mantenersi stabile. La produzione spagnola dovrebbe attestarsi su 1,4 milioni di tonnellate (uguale all’ anno scorso), come quella portoghese a 170-180mila tonnellate. Stabile a 220mila tonnellate quella greca. In aumento quella tunisina a 400mila tonnellate (dalle 350 mila dell’ano passato) e quella marocchina a 150-180mila tonnellate (il doppio dell’anno passato). La produzione in Turchia, però, dovrebbe essere dimezzata (da 440 a 200mila tonnellate circa).

All’ingrosso apre le danze l’olio nuovo siciliano

Il mercato all’ingrosso dell’olio di oliva in Italia in queste prime battute si mostra stabile e cauto, eccezion fatta per gli oli nuovi siciliani, da sempre ambiti per posizionarli a scaffale come olio novello. Le quotazioni salgono rispetto alla fine di settembre portandosi a 9,55 euro/kg per l’extravergine e a 14,85 euro/kg per la Dop Monti Iblei e 9,9 euro/kg per la Dop Valli Trapanesi.

Mancano indicazioni sul mercato pugliese, con la maggior parte dei frantoi che sono ormai aperti ma non certo in piena attività. Gli scambi riguardano ancora prevalentemente l’olio vecchio a 9,3-9,5 euro/kg. Il trend sull’olio nuovo si avrà verso la metà del mese quando i frantoi saranno in piena attività. Non si registrano ancora scambi significativi su nessun’altra piazza del Centro-Nord, anche se le prime indicazioni, dal mercato toscano e umbro, parlano di una stabilità delle quotazioni rispetto all’anno passato.

I prezzi al consumatore: sostanziale stabilità

Sul fronte del mercato al dettaglio, nel Nord Italia i prezzi in Liguria partono da 15 euro/litro al frantoio e produttore, con pochissimo prodotto. Prezzi simili anche nel Garda. Scendendo in Umbria e Toscana abbiamo prezzi su una fascia lievemente più bassa: 12-15 euro/litro, a seconda dell’area di produzione. In zona Chianti e senese i prezzi sono tradizionalmente più elevati che nella Maremma. Allo stesso modo nell’area spoletina si hanno quotazioni più elevate rispetto ai Colli Martani. Situazione analoga nel Lazio, con la Sabina un pochino meno cara dell’area di Latina, patria della profumata Itrana che spunta prezzi di 15 euro/litro. Poco olio nelle Marche, dove si parte ugualmente da 15 euro/kg. Prezzi più bassi man mano che ci si sposta a Sud, con quotazioni di 10-12 euro/litro in Campania, Abruzzo e anche in Basilicata e in Puglia. Più 10 che 12 euro/kg in Calabria mentre in Sicilia si arriva a prezzi da Nord Italia: 10-15 euro/kg a seconda delle aree produttive.

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Grimelli: “Un’annata a macchia di leopardo, ma senza ribassi”

“È un’annata a macchia di leopardo in tutta Italia – commenta Alberto Grimelli, agronomo e direttore responsabile di Teatro Naturale, portale di riferimento per l’olio in Italiacon i prezzi che non dovrebbero subire abbassamenti significativi, anzi dovrebbero mantenersi stabili, a meno che non intervengano fenomeni speculativi o frodi a carico del 100% italiano, con triangolazioni di olio dalla Tunisia verso la Spagna per arrivare in Italia. È bene imparare ad assaggiare l’olio che deve essere fresco, ricordare l’oliva e avere un buon amaro e piccante. Sul fronte qualitativo, a parte qualche area del Centro Nord, non si evidenziano problemi e ci si potrà sbizzarrire con mille profumi, sapori e abbinamenti”.