Sfruttamento dei lavoratori, amministrazione giudiziaria per il brand di lusso Loro Piana

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Ancora un brand di lusso finisce nei guai per non aver fatto abbastanza per evitare lo sfruttamento del lavoro nella filiera di produzione dei suoi prodotti: il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della società Loro Piana

 

Ancora un brand di lusso finisce nei guai per non aver fatto abbastanza per evitare lo sfruttamento del lavoro nella filiera di produzione dei suoi prodotti: il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per un anno nei confronti della società Loro Piana, uno dei brand di moda di lusso e che ha come presidente del Cda Antoine Arnault in rappresentanza del gruppo Lvmh.

L’inchiesta

A monte c’è ancora una volta l’indagine del pm Paolo Storari, che ha appurato come Loro Piana abbia affidato la produzione di capi di abbigliamento, tra cui giacche, all’esterno e che la loro realizzazione sarebbe avvenuta in contesti lavorativi di “sfruttamento del lavoro”.  Secondo le indagini condotte dal Gruppo per la tutela del lavoro di Milano, l’azienda vercellese conosciuta per capi di abbigliamento in cachemire, non avrebbe messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni di lavoro, in particolare non avrebbe vigilato sulle capacità tecniche delle aziende appaltatrici e in questo modo avrebbe agevolato colposamente il caporalato.

La catena di subappalto e gli opifici cinesi

Secondo l’inchiesta la casa di moda ha affidato la realizzazione di capi di abbigliamento (tra cui giacche in cashmere) ad una società esterna, la Evergreen, la quale avrebbe subappaltato il lavoro alla Sor-Man snc di Nova Milanese, che si sarebbe rivolta, anche per abbattere i costi, ad opifici cinesi (ad oggi chiusi, dopo l’arresto di uno dei titolari).

Costi abbattuti sulla pelle dei lavoratori