Si chiama cafestolo la sostanza responsabile degli effetti positivi sul diabete del caffè. A scoprirlo sono stati i ricercatori del policlinico universitario di Aarhus in Danimarca con uno studio condotto sugli animali e pubblicato sul Journal of Natural Products. Con un esperimento durato 10 settimane, gli studiosi hanno osservato 3 gruppi di topolini tutti con un alto rischio di ammalarsi di diabete ai quali hanno somministrato, rispettivamente, 1,1 milligrammi al giorno di cafestolo, 0,4 milligrammi di cafestolo al dì, e nessuna sostanza (gruppo di controllo).
Glicemia più bassa nei topi con più cafestolo
Dopo le dieci settimane i primi due gruppi (i topini che hanno assunto la sostanza contenuta nel caffè) presentavano una riduzione della glicemia tra il 28 e il 30% rispetto al gruppo di controllo. Inoltre il primo gruppo (che assumeva la dose maggiore di cafestolo) presentava un aumento del 42% della sensibilità all’ormone che controlla lo zucchero nel sangue (insulina) , un buon segnale protettivo contro la malattia.
Infine gli esperti hanno visto che i topini che hanno assunto cafestolo hanno quasi raddoppiato (+75-84%) la loro produzione di insulina.
Una nuova arma di difesa
Gli effetti positivi sulla riduzione della glicemia del caffè erano già noti, i ricercatori danesi non hanno fatto altro che individuare la sostanza responsabile, il cafestolo appunto, che potrebbe divenire sia un’arma per ridurre il rischio di ammalarsi di diabete, sia un farmaco per chi è già malato.