Caro il Salvagente, ad agosto sono andata in vacanza in Francia. Prima di partire, ho contattato il servizio clienti TIM per avere conferma che fosse stato tolto il roaming internazionale, ho precisato all’operatore che attualmente utilizzo un profilo al costo di 3,06 euro a settimana che mi permette di telefonare illimitatamente a tre numeri da me scelti senza alcun costo aggiuntivo. L’operatore mi ha confermato l’eliminazione del roaming e la validità della mia promozione anche all’estero senza ulteriori costi aggiuntivi.
La sorpresa è arrivata al ritorno quando, consultando il dettaglio costi attraverso il portale TIM, mi accorgo che tutte le telefonate mi sono state addebitate. Ho contattato nuovamente un operatore TIM per spiegare quanto accaduto e farmi annullare gli addebiti, lui ha aperto una segnalazione e il giorno seguente sono stata contattata da Tim: in sostanza hanno spiegato che non c’è stato nessun errore in quanto il mio profilo non rientrava tra quelli “no roaming”.
Ma il roaming internazionale non era stato tolto il 16 giugno?
Gabriella Tresoldi
Cara Gabriella, come leggerà nella risposta di dettaglio che le dà Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia, il suo caso ha svelato uno dei buchi nell’applicazione dell’abolizione del roaming europeo. Un comportamento, quello di Tim, che a noi sembra davvero ai limiti della correttezza e sul quale crediamo che Agcom debba fare chiarezza.
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Alla domanda, provocatoria, della nostra abbonata non si può che rispondere che sì, dal 15 giugno, come ormai è risaputo, è stato abolito il roaming e quindi i maggiori costi sulle comunicazioni per chi viaggia in un altro paese della sola Unione Europea. Con l’entrata in vigore delle nuove regole, chi si sposta all’interno dell’Unione Europea, paga lo stesso prezzo applicato del contratto sottoscritto nel proprio paese. E se ha un abbonamento mensile con un pacchetto di minuti di chiamate, sms e dati nel proprio paese, lo utilizza come se non si fosse mosso da casa.
Di fronte a queste regole quanto capitato alla signora Gabriella è una “anomalia” sul traffico voce. La signora, da quanto si evince dalla sua segnalazione, ha attiva un’opzione voce che le consente di chiamare illimitatamente tre determinati numeri, suppongo sempre TIM, pagando un canone mensile di € 3,06.
La regola generale afferma che lato voce, non ci sono limiti e quindi anche all’estero è pienamente valido il piano utilizzato in Italia ma Tim stabilisce che “le offerte che prevedono condizioni tariffarie privilegiate verso numeri Tim, alle chiamate originate in roaming nei paesi dell’Unione Europea, si applicano le condizioni economiche previste per il traffico voce verso gli operatori nazionali“. Insomma, non considera piani tariffari ma tariffe privilegiate queste opzioni e pertanto non le considera valide anche fuori dall’Italia.
A prescindere dalla legittimità di questa scelta, la cliente ha chiamato il supporto Tim per avere preventivamente indicazioni sui costi che avrebbe sostenuto all’estero, cosa fra l’altro esplicitamente consigliata dalla regola che ha abolito il roaming e, l’operatore ha confermato l’assenza di costi.
Il dubbio è che, trattandosi di un’opzione, il sistema di Tim all’estero non sia riuscito a riconoscere l’offerta particolare attiva verso questi tre numeri e abbia tariffato con il piano a consumo base della sim. Inoltre, la signora avrebbe dovuto ricevere un sms che gli comunicava l’addebito delle telefonata fatte all’estero ma sembra che nulla di questo sia stato fatto.
Cosa fare? La signora Gabriella potrebbe aprire formale e dettagliata contestazione scritta per sollevare tale anomalia dovuta a informazioni errate fornite da Tim stessa e chiedere, proprio per la poca trasparenza, contestualmente il rimborso di tali addebiti, che saranno documentati nel dettaglio del traffico che la signora potrà reperire on line o richiedere direttamente a Tim. E segnalare tale anomalia all’Autorità delle comunicazioni, così da evidenziare questi comportamenti poco chiari, per non dire scorretti, dei gestori telefonici su questo argomento, perché in corso d’opera, “magari”, potrebbero deviare da quelle che sono le regole stabilite.