Il Movimento 5 stelle abbraccia la petizione lanciata dal Salvagente e propone un disegno di legge per portare l’Iva sui latti vegetali al 4%. Con le consuete modalità dei pentastellati, la proposta è stata pubblicata sulla piattaforma on line Rousseau, per farla conoscere ai sostenitori del movimento.
Ecco come la senatrice Paola Taverna ha presentato la sua proposta: “Qualche settimana fa ho scoperto che era stata lanciata una petizione su Change.org per chiedere di estendere anche ai latti vegetali l’Iva agevolata al 4% attualmente valida solo per il latte vaccino. L’iniziativa, promossa dal mensile ‘Il Salvagente’ ha riscosso un enorme successo, superando le 10 mila firme.
Il Disegno di legge, che oggi vi sottoponiamo e per il quale vi chiediamo di darci tutti i suggerimenti che ritenete utili, nasce proprio dalla volontà di dare seguito a questa petizione e di portare in Parlamento la richiesta di abbassare l’Iva delle bevande sostitutive del latte.
Mentre il latte vaccino viene venduto con l’Iva agevolata al 4%, sulle bevande a base di soia, mandorle, avena, riso e simili, grava un’imposta sul valore aggiunto del 22%, alla stregua di un bene di lusso.
È inaccettabile considerare le bevande alternative al latte un bene di lusso, anche perché gli italiani affetti da allergie al latte sono costretti ad acquistarle. Malattie genetiche come la galattosemia e forme acute di allergie alle proteine del latte meritano la stessa attenzione di altre patologie come la celiachia, per la quale lo Stato prevede un contributo mensile a sostegno degli acquisti per le persone che ne soffrono.
In altri paesi europei l’Iva per questi ‘latti’ sostitutivi è decisamente inferiore: 10% in Spagna, 5,5% in Francia e addirittura detassata in Gran Bretagna, per esempio.
Con questo ddl prevediamo la riduzione dell’Iva sui sostituti vegetali del latte dal 22 al 4%, parificando a quella del pane, dei formaggi, della frutta, e della gran parte degli alimenti di base”.
Fine legislatura spada di Damocle sul disegno di legge
Ora però c’è da fare i conti con il tempo: dalla pubblicazione della proposta sulla piattaforma Rousseau (sezione Lex) i sostenitori dei 5 Stelle hanno 60 giorni per esprimere il loro parere in merito: apprezzamenti ma anche eventuali critiche che potrebbero portare a qualche modifica del testo. Solo allo scadere di questo termine, e dopo le eventuali opportune correzioni o integrazioni, il disegno di legge sarà depositato in Senato.
“Purtroppo – commenta al Salvagente Paola Taverna – siamo a fine legislatura e quindi non ci resta che sperare che il Parlamento quantomeno si impegni ad adottare un provvedimento importante per tanti italiani. Ma restiamo scettici. In ogni caso, non dovessimo riuscire ora, faremo di tutto, se ve ne saranno le condizioni, per portare la proposta in Parlamento nella prossima legislatura”.