Tra le prime creme del test, condotto dalla rivista tedesca OkoTest su 44 prodotti, ci sono Alterra, Alverde, Cien (venduta da Lidl), che sono tra le meno costose. Dodici creme vengono bocciate, o promosse con riserva per la presenza di componenti minerali problematici o conservanti potenzialmente dannosi
Per rendere la pelle più idratata, e combattere la secchezza che si presenta soprattutto nei mesi invernali, è quasi d’obbligo l’utilizzo di una crema idratante. In commercio ce ne sono di tutti i tipi e spesso ci chiediamo quale sia la migliore da usare. La risposta arriva dall’ultimo test condotto dalla rivista tedesca OkoTest che ha portato in laboratorio 44 creme idratanti per rilevare la presenza di sostanze problematiche.
I risultati sono (in parte) incoraggianti perché 25 prodotti hanno ottenuto il giudizio “molto buono” e 7 un giudizio “buono”, offrendo una vasta gamma di opzioni sicure per la cura della pelle. Tra le prime ci sono Alterra, Alverde, Cien (venduta da Lidl), Lavera e Weleda. A parte quest’ultima che ha un costo che si aggira sui 14 euro, le prime tre costano intorno ai 2 euro e sono tra le meno costose del test.
Ma veniamo alle note dolenti: le restanti 12 creme ottengono giudizi tra il sufficiente e l’insufficiente per la presenza di componenti minerali problematici o conservanti potenzialmente dannosi. Secondo la rivista tedesca possono essere tranquillamente lasciate sugli scaffali.
Paraffine, MOAH e conservanti a rischio allergie
Una parte dell’industria cosmetica continua a utilizzare paraffine e altri grassi derivati dal petrolio nelle formulazioni. Tuttavia, spesso si scopre che questi ingredienti possono essere contaminati da idrocarburi aromatici degli oli minerali (Moah), che potrebbero contenere componenti cancerogeni. Nel test, il laboratorio ha rilevato Moah in 5 delle sei lozioni per il corpo contenenti paraffina. Sebbene non sia ancora chiaro se i Moah si accumulino nell’organismo, esistono alternative naturali che potrebbero essere utilizzate al posto delle sostanze petrolifere.
Anche i conservanti rappresentano un problema. Molti di quelli utilizzati per prolungare la durata dei cosmetici si sono rivelati dannosi per la salute. Nel test sono stati rilevati due conservanti alogeno-organici, il clorfenesin e il clorexidina digluconato, che possono provocare reazioni allergiche. Sebbene sia necessario proteggere le lozioni per il corpo dalla contaminazione microbica, molti prodotti dimostrano che esistono alternative sicure.
Anche alcuni profumi possono causare allergie. Sebbene la maggior parte delle lozioni testate sia profumata, solo una, la crema corpo The Ritual of Sakura di Rituals, contiene fragranze allergeniche come isoeugenolo e alcol cinnamico. Per questo e per tutto il resto questo prodotto ha ottenuto un giudizio insufficiente insieme all’olio per il corpo Beauty di Garnier.
Le creme peggiori del test
La crema Rituals, pur essendo il terzo prodotto più costoso tra i 44 analizzati dai tedeschi, si posiziona all’ultimo posto, per via della presenza di ingredienti problematici che non dovrebbero essere applicati sulla pelle. A cominciare da polimeri sintetici, contenuti anche in altre 13 creme testate, alle due fragranze potenzialmente allergeniche, e ai composti Peg (contenuti in altri 6 prodotti del test). Se Rituals e Garnier occupano gli ultimi due posti della classifica, non va molto meglio per Nivea che con il suo Body milk 5 in 1 arriva terzultima per la presenza di Moah e Peg. Non brillano neanche ove, L’Occitain e Yves Rocher. Infine, solo 6 dei 44 prodotti hanno dimostrato che le loro confezioni contengono più del 30% di plastica riciclata. La mancanza o l’inadeguata dimostrazione dell’uso di materiali riciclati è stata frequentemente oggetto di critica.