Dentifrici sbiancanti, inefficaci e troppo abrasivi: male Colgate, Sensodyne e Parodontax

Un test effettuato su 12 dentifrici sbiancanti boccia Colgate, Sensodyne e Parodontax. Il primo, oltre a fare promesse esagerate come quella di ottenere una tonalità di bianco in più a settimana, contiene anche acido fosforico, che danneggia lo smalto. Sensodyne contiene il biossido di titanio, sostanza genotossica vietata nei cibi dal 2021

Avere denti più bianchi grazie al dentifricio? Una promessa difficile da mantenere, almeno senza danneggiare i denti. È la conclusione a cui giunge il test effettuato da 60 millions de consommateurs su 12 dentifrici sbiancanti, tra cui Sensodyne, Parodontax e Colgate. Quest’ultimo, oltre a fare promesse esagerate come quella di ottenere una tonalità di bianco in più a settimana, contiene anche acido fosforico, che sbianca lo smalto ma lo danneggia e l’effetto sbiancante non è duraturo. Il Sensodyne invece contiene il biossido di titanio, sostanza genotossica vietata nei cibi dal 2021.

Effetto abrasivo, non sbiancante

Indipendentemente dalla formulazione, questi dentifrici non sbiancano i denti, ma ottengono come unico effetto un’elevata abrasività dello smalto, superiore a quanto desiderabile. La formula marketing di Colgate “1 tonalità di bianco in più in 1 settimana” oltre che esagerata non viene mantenuta.
“Non si deve parlare di sbiancamento ma di schiarimento dei denti per non essere ingannevoli”, afferma il Dr. Julien Cardona, segretario generale aggiunto del sindacato Les Chirurgiens-Dentistes de France. È impossibile rendere i denti bianchi: al massimo si può rendere lo smalto più luminoso e ossidare o rimuovere le molecole colorate (pigmenti cromofori) attaccate al dente e comunque il risultato dipende dal colore originale dei denti. Questo colore dipende dalla dentina, naturalmente giallo-arancione, e dalla qualità dello smalto che la protegge. Lo smalto è bianco, ma più o meno traslucido a seconda del suo spessore, dall’età e dall’assunzione di farmaci.

Solo trattamenti professionali possono agire sul colore della dentina. Tuttavia, il colore dello smalto può diventare più scuro a causa di ciò che si deposita sulla sua superficie: placca dentale, residui lasciati da tè, caffè, tabacco, vino rosso, ecc. Tali macchie possono essere rimosse con l’uso di ingredienti abrasivi — presenti in tutti i dentifrici selezionati — e tensioattivi (detergenti), mentre la loro ricomparsa può essere limitata da altre molecole (anti-tartaro). Gli abrasivi come la silice idratata, il carbonato di calcio e la polvere di carbone vegetale sono gli ingredienti su cui si basano principalmente le formulazioni naturali e bio. Il bicarbonato di sodio è presente in metà dei dentifrici analizzati ed è noto per essere piuttosto delicato. Al contrario, l’allumina (presente in Email Diamant e Sensodyne) e il carbone attivo (in Email Diamant e Monoprix) sono abrasivi piuttosto forti, più potenti della silice idratata (presente in tutti i dentifrici eccetto Carrefour Soft bio) o del carbonato di calcio (Melvita e Carrefour Soft bio).

Il test francese ha valutato il grado di abrasività dei dentifrici e i risultati confermano che i prodotti meno abrasivi (L’Arbre Vert, Carrefour Soft Bio e Melvita) hanno un effetto sbiancante insufficiente. Al contrario, i dentifrici più abrasivi (Email Diamant, Sensodyne e Colgate Max White One) risultano più efficaci, ma comportano un rischio per lo smalto e le gengive.

Ingredienti preoccupanti

La composizione di questi prodotti che si utilizzano più volte al giorno, tutti i giorni, dovrebbe essere il più possibile impeccabile per la salute e l’ambiente, ma non è così. Solo tre dentifrici presentano un Cosméto Score che indica che possono essere utilizzati quotidianamente senza rischi per la salute mentre negli altri sono presenti ingredienti problematici. L’ultimo dentifricio in classifica, il Colgate Max White One contiene acido fosforico, che sbianca lo smalto ma lo danneggia e il suo effetto sbiancante non è duraturo. Negli altri dentifrici si trovano sostanze inquinanti come il cocamidopropil betaina; irritanti come il sodio laurilsolfato; sensibilizzanti come il limonene.
In ben tre dentifrici, Sensodyne, Elgydium, Sanogyl, si trova il biossido di titanio (TiO2), presente con la dicitura “titanium dioxide” o CI 77 891, usato come opacizzante o colorante, ma anche come agente abrasivo. Vietato negli alimenti, il biossido di titanio è ancora consentito nei cosmetici e nei farmaci, ma un parere del Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori (CSSC), pubblicato a maggio, ritiene che “le prove disponibili non siano sufficienti per escludere il potenziale genotossico di praticamente tutti i tipi di TiO2 usati nei prodotti cosmetici orali”.
Nessuno dei dentifrici analizzati contiene perossido di idrogeno (o perossidi di carbammide e zinco che rilasciano perossido di idrogeno) considerato fino a qualche anno fa indispensabile nei prodotti sbiancanti. Una normativa europea del 2008 ne ha limitato l’uso a causa dei rischi associati alla sua efficacia.
Inoltre, bisogna fare attenzione ai dentifrici sbiancanti che contengono coloranti perché in caso ci siano denti in ceramica o resina potrebbero creare un contrasto con i denti naturali. L’unico prodotto che specifica l’uso solo per denti naturali è il dentifricio Email Diamant al carbone che contiene tre coloranti rossi, uno blu e un altro nero. Il mix crea una pasta color malva, che crea un contrasto ottico per cui i denti sembrano più bianchi.

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Infine il risciacquo non è sempre consigliato. Per i dentifrici fluorati, non è raccomandato un risciacquo abbondantemente, in modo che il fluoro resti a contatto con lo smalto. Ma per gli otto dentifrici che ottengono un Cosméto’Score tra D ed E, tra cui ci sono Colgate, Sensodyne e Parodontax, è consigliato risciacquare bene per non ingerire le sostanze problematiche.

Dentifrici raccomandati?

Su alcuni prodotti è presente il logo della Federazione Internazionale Dentale (FDI) o dell’Unione Francese per la Salute Orale (UFSBD) che li raccomandano, ma sembra che il principale criterio di valutazione sia la presenza di fluoro, ma questo può portare a consigliare prodotti di efficacia mediocre o potenzialmente nocivi per la salute.

Attenzione ai kit venduti online

“Meglio lavarsi i denti con un dentifricio sbiancante acquistato in negozio piuttosto che rischiare di fare il proprio dentifricio, perché in tal caso non si controlla nulla – sottolinea Sylvie Babajko, direttrice di ricerca presso l’Inserm, specializzata in patologie dentali – Che un prodotto sia naturale non significa che sia adatto ai denti”. “Attenzione alle soluzioni fai da te e ai kit sbiancanti venduti online o in negozio: sono o inefficaci, o probabilmente contengono dosi illegali di perossido di idrogeno”, avverte il Dr. Cardona. Alcuni kit promettono di potenziare l’effetto degli ingredienti sbiancanti con una luce a LED, ma l’efficacia di queste lampade non è mai stata dimostrata.
In realtà, un dentifricio standard potrebbe dare risultati migliori e a un costo inferiore, nel contesto di una buona igiene orale con spazzolamento regolare.