La buona notizia, si fa per dire, è che si può ottenere un piccolo sconto al momento della disdetta a Dazn: 60 euro sulla formula plus a pagamento in unica soluzione. Per il resto la situazione è surreale, costretti a parlare con una macchina e ad attendere le sue risposte standard.
Finito il campionato inizia, inevitabile, la corsa alla disdetta delle pay tv che hanno legato milioni di italiani a intere giornate di fronte allo schermo per lo spezzatino delle partite di serie A. E non sono pochi quelli che, anche per evitare gli scadalosi aumenti delle tariffe per il prossimo campionato – su cui anche molte associazioni hanno protestato con esposti e denunce – hanno deciso di dire addio a Dazn o per lo meno di cancellare il rinnovo in automatico della sottoscrizione. Ci abbiamo provato anche noi e vogliamo raccontarvi come è andata.
Partiamo dalle buone notizie: chi decide di non rinnovare l’annuale con la piattaforma oramai monopolista può contare su 60 euro di sconto, non sufficienti per pagare la stessa tariffa dello scorso anno, ma in grado di ridurre l’aumento consistente della prossima stagione di serie A.
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La condizione necessaria per pagare 539 euro (tutti in una volta) invece dei 599 previsti per la formula plus (quella che consente di vedere i march da due dispositivi anche che non si trovano sulla stessa rete internet) è innanzitutto quella di attendere pazientemente che si riveli il contact center automatico (o quello con un operatore in carne e ossa).
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Difatti non esiste un semplice tasto per disdire il pagamento ricorrente ma bisogna necessariamente passare per la chat.
Ovvio che questa chat sia fatta proprio per non farci andare via e dunque si dichiari dispiaciuta e provi a convincerci che “dato che siamo clienti leali” ci vuole fare un’offerta.
Nel nostro caso, con un ritardo degno di “un essere umano oberato di lavoro” è esattamente quello che fa la nostra chat offrendoci il risparmio di 60 euro.
La nostra risposta prova a essere decisa: “sempre troppi i soldi che ci vengono chiesti”. Dazn però non si scompone: “Non preoccuparti – rassicura – se rimani con noi ti arriveranno altre offerte“. Noi, malfidati per mestiere non ci crediamo e chiediamo quali, ma l’alone di mistero rimane e decidiamo di annullare il rimborso automatico.
Dopo 38 minuti di attesa (tanto è durata la nostra chat) ci riusciamo e abbandoniamo senza nessun rimpianto. Chissà quanti lo faranno e magari – nonostante l’insistenza degli spot di Bobo Vieri – decideranno di ripegare sul pezzotto e finanziare la criminalità. Noi non lo faremo e siamo decisamente contrari, anche se capiamo che con questi prezzi il pensiero venga a molti.