“Un litro di latte di mandorla, l’ultima volta che l’ho comprato, costava 4,92 euro. Se lo trovassi a meno lo consumerei di più. Io voglio scegliere, ma voglio essere messa nelle stesse condizioni degli altri.” A parlare è Arianna Galati, romana, che da anni soffre di una forte intolleranza al latte vaccino e per questo ha deciso di sostenere la petizione del Salvagente per portare l’Iva dal 22 al 4% sui latti vegetali. La raccolta firme su Change.org, inviata al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha già raggiunto le 10mila firme. Tra queste, appunto, anche quella di Arianna, che racconta al Salvagente la sua storia: “Qualche anno fa sono andata a fare delle analisi, ed è saltato fuori che io ero intollerante al latte vaccino e alle farine bianche a livello 2 da 0 a 4. Ho fatto 3 mesi di disintossicazione da queste cose e il nutrizionista mi disse: ‘Puoi consumare latti vegetali, scegli tu quello che ti piace di più'”. Arianna prova il latte di riso, il latte di soia, e alla fine sceglie quello di mandorla.
Costi spropositati
“Il latte di mandorla puoi fartelo anche a casa – spiega Arianna – Ti bastano poco meno di un litro di acqua e 250 grammi di mandorle, lo frulli, lo filtri, e hai fatto. Ma non tutti hanno il tempo, gli strumenti e la voglia di farlo a casa, e quindi si compra il latte, che si trova in quasi tutti i supermercati, con tutti i ricarichi del caso. Un litro di latte di mandorla, l’ultima volta che l’ho comprato costava 4,92 euro. Ci faccio una settimana, in un mese costa 20 euro. Se costasse come il latte normale (1,60-1,70 euro per 1 litro di quello fresco), potrei usarlo molto più tranquillamente e rapidamente anche per fare dei dolci“. Mentre anche i derivati, come i budini, ad esempio, costano almeno il doppio di quelli fatti con il latte vaccino. Arianna conclude: “Se lo trovassi a meno lo consumerei di più. Io voglio scegliere, ma voglio essere messa nelle stesse condizioni degli altri”. Ed è per questo che sostiene la petizione “L’intolleranza non è un lusso: abbassate l’Iva dal 22 al 4% sul latte vegetale”, per portare l’imposizione aggiunta su questa categoria di bevante allo stesso livello del latte vaccino.