L’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, entro il 2017 dovrà valutare le conseguenze sulla salute pubblica provocate dall’utilizzo del furano, la sostanza chimica ritenuta cancerogena che si forma nel corso dei trattamenti termici degli alimenti, in particolare nella tostatura del caffè e negli alimenti per bambini.
Lo ha comunicato la Commissione europea nella risposta ad un’interrogazione presentata dall’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini in cui veniva chiesto di spiegare cosa avesse fatto la Ue dopo che nel 2007 aveva inoltrato una raccomandazione agli Stati membri per chiedergli di effettuare controlli relativi al furano sui cibi in vendita e in fase di produzione.
Stretta in vista?
“L’Efsa – spiega la Commissione Ue nella risposta a Pedicini – è impegnata a realizzare la valutazione del rischio del furano. Una volta che sarà disponibile tale parere, la Commissione, ove necessario e opportuno, adotterà possibili misure di regolamentazione per ridurre la presenza del furano nei prodotti alimentari al fine di assicurare un elevato livello di protezione della salute umana”.
Oltre a ciò, la Commissione europea ha fatto sapere che “a partire dal 2007 l’Efsa ha pubblicato diverse relazioni scientifiche relative alla presenza di furano nei prodotti alimentari: a dicembre 2009, ha presentato uno studio sul furano nei prodotti alimentari sottoposti a trattamento termico, compresi quelli cotti in ambiente domestico e quelli pronti per il consumo; ad agosto 2011, ha presentato una relazione contenente un aggiornamento sui livelli di furano nei prodotti alimentari per gli anni di monitoraggio 2004-2010. Poi, in seguito alla disponibilità alla fine del 2015 della relazione sul test biologico relativo alla cancerogenicità del furano patrocinato in base a un accordo inter-agenzia tra il National Institute of Environmental Health Sciences e la Food and Drug Administration, la Commissione ha invitato l’Efsa, nel gennaio 2016, a formulare un parere scientifico sui rischi per la salute umana connessi alla presenza del furano nei prodotti alimentari.
Oms: “Ridurre i livelli nel baby food”
Va evidenziato che nell’interrogazione di Pedicini veniva citata l’ultima valutazione sui rischi provocati dal furano, presentata, a febbraio 2010, dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, e il primo studio sul furano, realizzato dall’Agenzia francese per la sicurezza alimentare, dedicato interamente alla dieta per bambini sotto i tre anni. L’Oms aveva concluso che il margine di esposizione per il furano rivela una preoccupazione per la salute umana e l’Agenzia francese aveva evidenziato che in merito alla presenza di furano nei prodotti per bambini, si raccomanda di cercare di ridurre i livelli di prodotti industriali, ottimizzando i processi produttivi.