Secondo un’anticipazione della Reuters, lo Iarc, l’agenzia dell’Oms specializzata nella ricerca sul cancro, potrebbe presto classificare il dolcificante aspartame come “possibile cancerogeno per l’uomo”.
Secondo un’anticipazione dell’agenzia Reuters, lo Iarc, l‘agenzia dell’Oms specializzata nella ricerca sul cancro, potrebbe presto classificare il dolcificante aspartame come “possibile cancerogeno per l’uomo”. L’ufficializzazione della notizia- riporta l’Ansa – è attesa per il prossimo 14 luglio, quando sarà resa disponibile la monografia Iarc dedicata all’aspartame e la valutazione sarà pubblicata sulla rivista Lancet Oncology.
La dose massima sicura attuale
Destinato al gruppo Iarc del glifosato
Il sistema di classificazione dell’agenzia dell’Oms prevede ad oggi tre categorie: il gruppo 1 è destinato alle sostanze per cui ci sono sufficienti prove di cancerogenicità; le sostanze inserite nei gruppi 2A (probabile cancerogeno) e 2B (possibile cancerogeno) sono considerate potenzialmente in grado di favorire lo sviluppo di tumori, ma con differenti livelli di forza delle prove scientifiche disponibili. Secondo l’anticipazione Reuters, l’aspartame sarebbe stato inserito nella categoria dei ‘possibili cancerogeni’, in cui, al momento sono presenti 322 sostanze, tra cui il glifosato.
Anche lo studio del Ramazzini lo aveva detto
Sulla cancerogenicità dell’aspartame si sono espressi diversi autorevoli studi. Lo testimoniano su tutte le analisi e gli studii condotti dall’Istituto Ramazzini di Bologna nel 2006-2007, fortemente osteggiato dall’industria chimica e alimentare, effettuata dal dottor Philip Landrigan (pubblicata sulla rivista scientifica Bmc Environmental Health). I dati dell’epoca confermarono i risultati raggiunti dal dottor Morando Soffritti e dalla dottoressa Fiorella Belpoggi: la rianalisi confermarono le diagnosi originali di cancro in 72 (92,3%) dei 78 casi di topi e ratti osservati e ha confermato che altre 3 lesioni (3,8%) erano precancerose.
Cinque anni prima il dottor Soffritti, direttore scientifico della Fondazione europea di Oncologia e Scienze ambientali dell’Istituto “B. Ramazzini”, era stato molto chiaro con il Salvagente: “Fino a dieci anni fa (era il 2006, ndr) non se ne sapeva molto, ma oggi grazie ai nostri studi non ci sono più scuse e nessuno può dire ‘non sapevamo”.