Agricoltura senza pesticidi entro il 2050, in uno studio europeo i tre possibili scenari

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Mentre i sindacati di settore chiedono all’Ue deroghe sugli impegni per la riduzione dei pesticidi, o addirittura ne approvano l’introduzione anche se vietati da anni, un nuovo studio pubblicato dall’Istituto nazionale di ricerca francese, con l’aiuto della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, racconta i tre scenari possibili di un’agricoltura senza chimica entro il 2050 e i relativi benefici.

Mentre i sindacati di settore chiedono all’Ue deroghe sugli impegni per la riduzione dei pesticidi, o addirittura ne approvano l’introduzione anche se vietati da anni, come nel caso del clorpirifos nella vite, un nuovo studio pubblicato dall’Istituto nazionale di ricerca francese, con l’aiuto della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, racconta i tre scenari possibili di un’agricoltura senza chimica entro il 2050 e i relativi benefici.

Le politiche europee stanno lottando per compiere progressi verso l’obiettivo di ridurre l’uso di pesticidi chimici del 50% entro il 2030. Questa osservazione ha stimolato 144 esperti, scienziati e parti interessate lavorare insieme per due anni per produrre uno studio previsionale, disponibile qui, che cercasse di cambiare il modello e progettare sistemi agricoli e alimentari senza pesticidi chimici entro il 2050. Tra gli studiosi, il Gruppo di Agroecologia del Centro di ricerca in Scienze delle Piante della Scuola Superiore Sant’Anna, hanno analizzato i possibili modi per eliminare i pesticidi dall’agricoltura su scala europea per lo studio previsionale “European Pesticide-Free Agriculture in 2050“, pubblicato da Inrae, principale ente di ricerca francese sull’agricoltura.

I tre scenari esplorati per promuovere i cambiamenti nel sistema agricolo e alimentare sono stati presentati durante un simposio per discuterne i risultati. Per ognuno di essi sono indicati possibili percorsi di transizione europea e regionale dell’intero sistema alimentare, basati su workshop partecipativi condotti in quattro regioni Europee.

Il caso studio in Italia

Per quanto riguarda l’Italia, il contributo su di un caso studio specifico riguardante la coltivazione e la filiera del frumento duro in Toscana viene dal gruppo di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna, composto dai docenti di Agronomia Paolo Bàrberi Anna Camilla MoonenFederico Leoni, assegnista di ricerca, Stefano Carlesi, dottorando, e dai ricercatori Giovanni Pecchioni e Giaime Berti.

“I pesticidi chimici sono essenziali nei sistemi agricoli convenzionali di oggi. Ridurne drasticamente l’utilizzo fino alla loro completa eliminazione dall’agricoltura è una questione spinosa per la quale non esiste una soluzione semplice” scrivono gli autori dello studio, che offre tre scenari di agricoltura senza pesticidi per l’Europa nel 2050, ciascuno con un percorso di transizione ed esempi di questi scenari e percorsi in quattro regioni europee, insieme a una valutazione quantitativa dei loro impatti in Europa.

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Gli scenari

Scenario 1: “Mercato globale”: catene del valore alimentare globali ed europee basate su tecnologie digitali e immunità vegetale per un mercato alimentare privo di pesticidi.

Scenario 2: “Microbiomi sani”: filiere europee basate su olobionti (microbioma delle piante) vegetali, suolo e microbiomi alimentari per una dieta sana.

Scenario 3: “Paesaggi integrati”: paesaggi complessi e diversificati e filiere alimentari regionali per un sistema alimentare unico.

Per ogni scenario, i sistemi di coltivazione senza pesticidi utilizzano la diversificazione delle colture, lo sviluppo del controllo biologico, la scelta di colture e varietà adeguate, la tecnologia digitale e le attrezzature agricole e i sistemi di monitoraggio per anticipare l’arrivo dei parassiti.

Impatti differenziati misurati per ogni scenario

Uno degli aspetti chiave di questo studio di previsione è che ha quantificato gli impatti di ogni scenario sulla produzione agricola, l’uso del suolo, le emissioni di gas serra e il commercio, sulla base dei risultati delle simulazioni di un modello di equilibrio della biomassa su scala europea e globale.

Quanto si ridurrebbero le emissioni

Per quanto riguarda la produzione agricola europea, la produzione calorica varia da −5% a +12% a seconda dello scenario, con un equilibrio da trovare tra la riduzione del consumo di prodotti animali e il mantenimento dei prati. In termini di bilancia commerciale, l’impatto complessivo degli scenari 2 (Microbiomi sani) e 3 (Paesaggi integrati) offre all’Europa spazio di manovra per garantire la propria sovranità alimentare ed esportare i propri prodotti. I tre scenari riducono le emissioni di gas serra del −8% (scenario 1), del −20% (scenario 2) e persino fino al −37% (scenario 3). Tutti e tre i percorsi portano ad un aumento dello stock di carbonio nei suoli e nella biomassa, che contribuirà alla neutralità del carbonio entro il 2050 per il settore agricolo e agroalimentare negli scenari 2 e 3.

La chiavi del successo

Le chiavi del successo, secondo lo studio, sono politiche pubbliche europee coerenti, il coinvolgimento di tutti gli attori della catena del valore e la condivisione del rischio tra i portatori di interessi. In generale, un’efficace protezione delle colture senza pesticidi chimici si basa su diverse leve che devono essere attivate insieme: diversificazione delle colture nel tempo e nello spazio, sviluppo di prodotti di biocontrollo, selezione appropriata delle varietà, attrezzature agricole e strumenti digitali e strumenti per il monitoraggio delle dinamiche dei parassiti e dell’ambiente. Dovrebbero essere favoriti i meccanismi di regolazione biologica a livello di suolo, campo e paesaggio, nonché misure preventive contro i parassiti.

Tutta la filiera va coinvolta

Casi di studio specifici in Italia, Romania, Finlandia e Francia hanno contribuito a stabilire percorsi di transizione che hanno dimostrato che l’intero sistema alimentare deve essere considerato in questa riprogettazione e coinvolgere tutti gli attori lungo la filiera, dai produttori ai consumatori che devono cambiare la loro dieta e le autorità responsabili della pubblica e politiche di regolamentazione. La transizione verso un’agricoltura priva di pesticidi chimici richiederà un mix coerente di politiche pubbliche europee per ridurre l’uso di pesticidi articolato con altre politiche come le politiche alimentari, la riprogettazione della politica agricola comune (Pac) e strumenti economici che possono essere sfruttati e creare mercati senza pesticidi attraverso accordi commerciali.

Gli scenari esplorati nello studio di previsione dovrebbero aiutare i decisori e la comunità scientifica a identificare nuove vie di ricerca per costruire un futuro sistema agricolo e agroalimentare europeo privo di pesticidi chimici entro il 2050.

 

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