Dopo l’intervista a Maurizio Polo, titolare di bioenologia 2.0, che ha raccontato di aver ricevuto un secco no alla proposta di usare un prodotto naturale invece del tossico clorpirifos contro la cicalina della vita, la Regione Veneto scrive al Salvagente le ragioni del rifiuto
Dopo l’intervista a Maurizio Polo, titolare di bioenologia 2.0, che ha raccontato di aver ricevuto un secco no alla proposta di usare un prodotto naturale invece del tossico clorpirifos contro la cicalina della vita, la Regione Veneto scrive al Salvagente le ragioni del rifiuto. Riportiamo di seguito la nota della Regione Veneto e in calce il nostro commento.
La nota della Regione Veneto
“Maurizio Polo, titolare di una ditta di prodotti per l’enologia di Oderzo, è stato ricevuto negli uffici dall’Assessore regionale all’agricoltura Federico Caner il 14 febbraio scorso al fine di presentare, come da sua espressa richiesta, la propria “scoperta a riguardo del problema Scaphoideus titanus vettore della flavescenza dorata” proposta come “risolutore del problema”.
La riunione si è svolta alla presenza anche del direttore dell’Area regionale competente per l’agricoltura e dei funzionari del Servizio Fitosanitario Regionale per discutere gli effetti del prodotto enologico “Biovinum” contro la cicalina della vite, sulla base dei dati riportati in una relazione agronomica redatta dalla dott.ssa Canal, preventivamente trasmessa dal sig. Maurizio Polo al momento della richiesta di incontro.
Tale relazione, riguardante una prova di un anno svolta su due appezzamenti di vite situati in provincia di Treviso, rispettivamente di 2 ettari e di 1 ettaro, afferma che “Biovinum ha dimostrato un effetto repellente nei confronti dell’insetto riducendo il numero di catture del 95,9% e del 96,6% rispettivamente nella prova 2 e nella prova 1. Questo effetto è messo in evidenza nella prova 2 dove si denota che l’insetto, dall’appezzamento trattato, si dirige verso la siepe non trattata”.
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“Successivi approfondimenti, richiesti nell’immediatezza, hanno però evidenziato che il prodotto proposto non rispetta i requisiti richiesti, non essendo nemmeno registrato come fitofarmaco” rende noto l’assessore all’Agricoltura, Caner.
Inoltre, i tecnici rendono noto che il prodotto in questione avrebbe evidenziato, come dichiarato nei risultati, significativi effetti repellenti nei confronti della cicalina, alla stregua di altri prodotti già esistenti sul mercato.
Si è inoltre valutato che i risultati descritti, anche qualora confermati da evidenze scientifiche che ne consentano l’immissione sul mercato per gli scopi per cui è stato proposto, oltre che come prodotto per l’enologia, non possono essere sicuramente considerati risolutori del problema della lotta al vettore della Flavescenza Dorata della vite come sostenuto dal sig. Polo.
Ciò in quanto l’effetto repellente consentirebbe esclusivamente di favorire lo spostamento temporaneo delle cicaline sui bordi dell’appezzamento, o sui vigneti contigui non trattati col prodotto, senza peraltro alcuna garanzia circa il mancato successivo rientro delle cicaline stesse, anche sulle superfici trattate, ad effetto repellente esaurito.
In altri termini, dalle prove fornite emerge che:
– il prodotto bio Biovinum non è registrato come fitofarmaco;
-nei confronti della cicalina vettrice della flavescenza (Scaphoideus titanus) il prodotto Biovinum esercita un’azione insettifuga ma non insetticida;
-l’azione repellente, di fatto, sposta solamente le popolazioni dell’insetto ai bordi e verso altri appezzamenti limitrofi;
-nelle prove fornite non c’è evidenza alcuna sul mancato rientro degli insetti negli appezzamenti trattati a distanza di tempo dall’effettuazione dell’intervento col Biovinum.
“Sulla base di quanto sopra, sentiti anche per le vie brevi alcuni membri del comitato tecnico scientifico del Tavolo Tecnico Regionale per il contrasto della Flavescenza dorata, si è ritenuto che il prodotto proposto, pur utile in talune situazioni, non risulta al momento risolutivo per affrontare l’emergenza sanitaria causata dalla Flavescenza” rende noto l’assessore Caner che peraltro, come indicato allo stesso signor Polo in occasione dell’incontro, non esclude maggiori approfondimenti con il coinvolgimento dell’Agenzia regionale Veneto Agricoltura, ovviamente secondo protocolli sperimentai definiti”.
Cosa non convince della risposta della Regione Veneto
Registriamo la risposta della Regione Veneto che essenzialmente è riassumibile in due punti: il fitofarmaco di Polo non è registrato e non è adeguato perché non uccide l’insetto la lo allontana. Su quest’ultimo passaggio, ci limitiamo a ricordare che secondo il titolare di Bioenologia 2.0, l’allontanamento degli insetti parassiti dalla vite (ovviamente in un contesto di campagna di irrorazione contemporanea in tutte le vigne dell’area), comporterebbe comunque la loro morte per impossibilità di nutrirsi. E che la sua efficacia- sempre secondo Polo, è testimoniata da 15 anni di prove pratiche”.
E fin qui siamo nell’ambito di diverse previsioni.
Sul fatto che non fosse un fitofarmaco registrato è lo stesso Polo a ribatttere: “La proposta di cessione del knowhow alla Regione era proprio perché la registrazione sarebbe potuta effettuare in tempi brevissimi (non un anno come prassi) indispensabile per reagire a questa emergenza… è stato detto e sottolineato il 14 febbraio”
Quello che non ci convince del tutto è che, essendo l’invasione della cicalina drammatica per i produttori locali, e avendo trovato al momento come unica risposta la deroga per il clorpirifos, fitofarmaco tossico e vietato da anni, la Regione Veneto avrebbe quantomeno potuto avviare una sperimentazione del prodotto Biovinum per verificare in proprio la bontà o la fallacia delle affermazioni di Maurizio Polo.