10 regole per far navigare in sicurezza (o quasi) i nostri figli

NAVIGARE IN SICUREZZA BAMBINI INTERNET

Un decalogo utile che però deve essere affiancato da un dialogo costante coi bambini, perché i pericoli in rete aumentano e mancano chiari programmi educativi. Ecco le insidie maggiori e come dovrebbero intervenire i genitori. 

 

Nelle fitte maglie della rete internet si nascondono pericoli e insidie per tutti, ma è evidente che il rischio maggiore lo corrano i bambini. E di certo non aiuta che in Italia non siano ancora stati istituiti programmi omogenei per l’alfabetizzazione al mondo digitale o piani educativi per navigare in modo sicuro su internet per questa fascia d’età.

Spesso gli adolescenti navigano e vanno pericolosamente in “immersione” nel deep web, il web sommerso, profondo, oscuro, detto anche dark web. Il web invisibile dagli intrecci oscuri; contenuti non indicizzati che sfuggono al controllo. Il dark web è un sottoinsieme del sommerso, denso di contenuti accessibili pubblicamente ma ospitati in siti web con indirizzo IP nascosto. Un luogo digitale che può garantire l’anonimato a chi intende commettere attività illecite, come la vendita di merce illegale, la diffusione di contenuti falsi o manipolatori. Nella rete di queste zone d’ombra possono cadere in trappola, molto facilmente, anche i bambini o chi non possiede ancora gli strumenti per difendersi e navigare in modo sicuro.

Per loro serve una bussola, a cominciare da quella dei genitori che dovrebbero tenere le antenne dritte, per difendere i bambini dai pericoli di internet.

Tra i reati più diffusi in internet dei quali cadono vittime bambini e adolescenti è in forte ascesa il cyberbullismo. Ma non è l’unica insidia per loro. Sintetizziamo alcuni dei principali pericoli.

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Cyberbullismo

Il programma americano Internetsafety101.org rivela che il 90% dei teenager attivi sui social media ignora atti di bullismo di cui sono stati testimoni. Un terzo di questa ampia percentuale è vittima di cyberbullismo. I social media e i giochi online rappresentano il parco giochi virtuale dei giorni nostri, ed è proprio qui che ha luogo la maggior parte degli episodi di cyberbullismo. I bambini sono spesso oggetto di scherno nelle interazioni sui social media, oppure, se si tratta di giochi online, i loro “personaggi” o essi stessi potrebbero essere soggetti a continui attacchi, capaci di trasformare il gioco da un’avventura di fantasia a un’umiliante disavventura.

Tanto per fare l’esempio più eclatante c’è il “gioco” Blue Whale Challenge ha cercato di spingere al suicidio bambini e adolescenti umiliati o manipolati.

Kaspersky Internet Security invita i genitori a mettere i figli a proprio agio quando si parla di ciò che sta accadendo nelle loro vite e del modo in cui bisogna reagire al bullismo. Il dialogo tra genitori e figli è la base di partenza per proteggerli dal cyberbullismo.

Predatori cibernetici

Maniaci sessuali o di altra natura possono perseguitare i bambini sulla rete, approfittando della loro innocenza, abusando della loro fiducia, e, magari, ottenendo un pericoloso incontro faccia a faccia. Questi predatori si nascondono nei social media e nei siti di giochi online, i quali hanno una forte attrattiva sui bambini: si tratta dei terreni virtuali all’interno dei quali ha luogo la maggior parte degli episodi di cyberbullismo. Qui, questi malintenzionati possono approfittare della loro innocenza ma anche della loro capacità di immaginazione. I “giochi di ruolo” costituiscono una parte del gioco e dell’interazione online sana e molto comune, ma i predatori possono utilizzarla come esca per far cadere i bambini in trappola.

 

Pubblicazione di informazioni private

Può accadere che bambini e adolescenti pubblichino online, soprattutto sui propri profili social, informazioni personali che non dovrebbero essere rese pubbliche. Si tratta di informazioni di qualsiasi tipo, da immagini di momenti personali imbarazzanti fino ad arrivare all’indirizzo di casa. Foto che ledono la dignità e compromettono lo sviluppo sano del bambino.

Kaspersky suggerisce di aprire un dialogo con i figli. Se il bambino è intento a postare informazioni in maniera pubblica, anche i genitori possono vederle: in questo caso, sarà utile ricordare al proprio figlio che se mamma e papà possono vedere queste informazioni, chiunque può farlo. Non è necessario indagare, basta mettere al corrente i propri figli di quelli che sono i limiti da non superare per il rispetto della propria privacy.

 

Phishing

Il fenomeno del phishing non colpisce solo il conto in banca degli adulti, ma può raggiungere anche i più piccoli, dotati già di smartphone all’avanguardia. Messaggi privati sui social e nelle chat, sms e e-mail possono tentare di indurre il giovane utente a fare clic su collegamenti o allegati nocivi. Dal phishing allo smishing (messaggi di testo nocivi) il passo è breve.  I cybercriminali possono tenere il controllo dei siti più popolari tra i bambini, raccogliendo informazioni quali indirizzi di posta elettronica, nomi di amici da poter utilizzare per le loro truffe. Bisogna insegnare ai bambini come evitare di cadere in questo tranello.

 

La truffa

L’accesso gratuito ai giochi online colpisce i più giovani che rappresentano un bersaglio facile per i truffatori, in quanto non hanno ancora imparato a essere diffidenti. In questo caso i cybercriminali possono utilizzare i bambini per ottenere informazioni sulla carta di credito dei genitori.

I bambini non sono ancora consumatori consapevoli e informati, hanno bisogno del supporto dei genitori per distinguere offerte vere da truffe troppo allettanti.

 

Download di malware

Il malware è un software informatico che viene installato senza che la vittima ne sia a conoscenza o che ne abbia dato l’autorizzazione, eseguendo sul computer azioni dannose. Attraverso questo “cavallo di Troia” ci si insinua negli apparecchi smartphone e pc, si consuma il reato di furto o appropriazione di informazioni personali. Spesso i cybercriminali inducono l’utente a scaricare il malware. Anche in questo caso il gioco da scaricare diventa l’esca tesa sui piccini.

I genitori dovrebbero proteggere gli apparecchi in dotazione ai piccoli con appositi software antivirus, oltre che educarli all’utilizzo consapevole di internet. Si può cominciare dalle restrizioni della navigazione attivando tutti i sistemi di protezione di base e controllare le cronologie.

 

Post negativi per il futuro

In Italia, si possono pubblicare proprie foto e contenuti sui social e su internet senza il consenso dei genitori dai 14 anni in su. Il buonsenso richiede maggiore attenzione e tatto da parte dei genitori, poiché le foto e i dati sensibili possono danneggiare il minore. Ma anche contenuti che possano condizionare il futuro dei piccoli.

Pensiamo ai tanti fenomeni da baraccone lanciati in rete, su TikTok o giovanissimi aspiranti Youtuber. Scelte che possono condizionare il futuro o la propria personalità da adulti. Come un tatuaggio sulla pelle del quale ci si pentirà in futuro e che difficilmente potrà essere rimosso. Tutto ciò che il proprio bambino pubblica online è quasi impossibile da rimuovere in un secondo momento. Molti contenuti sono condivisibili e si diffondono in modo capillare nelle chat. Impossibili poi da eliminare totalmente.

Gli adolescenti non sempre pensano a come un futuro datore di lavoro o coniuge possano reagire ai contenuti personali resi pubblici.

Ma ci sono anche casi più gravi. Anni fa una giovane donna si è suicidata dopo che un video hot in cui era ritratta era diventato virale. L’ultimo caso di revenge porn si è verificato a Ostia e ha colpito una ragazza 15enne vittima di stupro.

Bisogna mettere in guardia i propri ragazzi rispetto alle ripercussioni future dei propri contenuti e spiegare loro che un giorno potrebbero voler cambiare l’immagine di sé che desiderano diffondere pubblicamente in rete.

 

10 regole per navigare sicuri su internet per bambini

Nel 2015 la Polizia postale ha lanciato l’iniziativa rivolta ai genitori per la navigazione sicura dei bambini, dal titolo “Non lasciamoli naufragare“. Il ministero dell’Interno ha diffuso sul proprio sito la brochure del programma che contiene alcune semplici regole che permettono di prevenire grandi problemi in cui si possono trovare le famiglie con bambini che oggi, già dalla scuola primaria, utilizzano tablet o smatphone.

Il decalogo è stato realizzato dalla Polizia di Stato a Catania per una campagna di prevenzione a cui partecipa anche la Federazione Italiana Medici Pediatri di Catania.

Ma, a parte questa operazione, non se ne contano altre di particolare rilievo o iniziative governative sui social e sui mezzi di comunicazione più diffusi, come la televisione.

I programmi nelle scuole si basano fondamentalmente sui Pon (Programmi operativi nazionali) perché l’offerta formativa è limitata. Si fa pochissimo sul piano della prevenzione, nonostante i casi di bullismo in rete e di linguaggio d’odio siano sempre più diffusi.

 

Ecco le 10 regole cui dovrebbero attenersi i genitori per garantire la sicurezza dei bambini:

  1. Il tablet, lo smartphone o il computer vanno condivisi. Cercate di usarli insieme ai vostri figli. Ricordate che non sono dei giocattoli.
  2. Molte chat o social network richiedono un’età minima (13 o 18 anni): non consentite ai vostri figli che si iscrivano magari falsificando la loro età. Rimanete accanto a loro quando creano profili e suggerite di non pubblicare dati personali (nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, nome e orari della scuola, nomi degli amici), che potrebbero essere utilizzati da adulti malintenzionati o da potenziali pedofili. Spiegate ai vostri figli che è illegale creare dei profili sui social network con nomi di altre persone: è un furto di identità!
  3. Controllate quello che fanno i vostri figli quando sono collegati e quali sono i loro interessi, spiegando loro l’importanza di non pubblicare foto o video personali che li ritraggono. Non dimenticate mai che la Rete riduce fortemente le inibizioni, quindi ricordate loro che le immagini o i video condivisi on line potrebbero non essere più cancellati.
  4. Consigliate ai vostri figli di non rispondere quando ricevono messaggi su WhatsApp o su Facebook o attraverso altre chat, sconvenienti od offensivi e, allo stesso tempo, invitateli a non usare un linguaggio inappropriato.
  5. Chiedete loro di leggere insieme i messaggi ricevuti. Comportarsi correttamente permette di evitare provvedimenti legali a loro e a vostro carico. Le leggi del mondo reale valgono anche su internet.
  6. Stabilite quanto tempo i vostri figli possono trascorrere su internet; soprattutto, non considerate il computer un surrogato della TV. Il tablet o lo smartphone vanno spenti quando si mangia, si parla con gli altri o si dorme. Un uso eccessivo e smisurato o essere sempre connessi potrebbe causare ai vostri figli una forma grave di dipendenza.
  7. Controllate periodicamente il contenuto del dispositivo (tablet, smartphone, pc) usato dai vostri figli, verificando la “cronologia” dei siti web visitati.
  8. Esistono particolari software, facilmente reperibili su internet, che impediscono l’accesso, mediante appositi filtri, a siti non desiderati (violenti o pedopornografici, per esempio). Così come è importante utilizzare antivirus sempre aggiornati!
  9. Spiegate ai vostri figli che può essere pericoloso compilare moduli on line o effettuare registrazioni su siti web sconosciuti. Dite loro di farlo solo dopo avervi consultato. Aiutateli a proteggere i loro account utilizzando password complesse (composti da lettere, maiuscole e minuscole, numeri, segni di interpunzione).
  10. Non consentite ai vostri figli di usare la vostra carta di credito senza il vostro permesso o di comprare oggetti on line. Non consentite loro di scaricare programmi o video o musica in violazione del diritto d’autore.

 

YouTube babysitter e gli errori più frequenti

Il decalogo andrebbe aggiornato rispetto ai nuovi pericoli diffusi dall’avvento dei social giovanili, come per esempio TikTok.

YouTube viene frequentemente utilizzato per parcheggiare i bambini mentre siamo impegnati, sostituendosi a un/una babysitter, col rischio di troppa esposizione ai contenuti multimediali.

I genitori osservano poco i figli, sono distratti, non insegnano loro la netiquette, il codice comportamentale di buona educazione in rete. Dovrebbero studiare loro, per primi, la tecnologia che viene regalata ai figli, ed essere modelli di comportamento sani per i piccoli.

La pubblicità personalizzata e la dipendenza dalle reti sociali hanno fatto, purtroppo, dei passi in avanti rispetto a quel lontano 2015. Le regole sono state diffuse dal Ministero nel 2017 e da allora la pagina non risulta aggiornata. Il supporto dei genitori, oggi, potrebbe non essere più sufficiente.