Giuseppe Romano, presidente Aiab, spiega come in Italia oggi sia possibile comprare prodotti venduti come bio cosmetici, che contengono parabeni e microplastiche, e come evitare sorprese
Mai fidarsi delle apparenze. Soprattutto se si tratta di prodotti per la pelle e il corpo. Il mondo della cosmesi, infatti, non essendo protetto da una regolamentazione chiara sul biologico, trabocca di ambiguità e di nomi e appellativi ingannevoli. A lanciare l’allarme l’Associazione italiana agricoltura biologica, che al Sana di Bologna ne ha parlato in un convegno organizzato da Assobio dal titolo “Le insidie del greenwashing: quando i cosmetici sono “bio” solo in apparenza”
A spiegare meglio il concetto al Salvagente ci pensa Giuseppe Romano, presidente Aiab: “Il mondo della bio cosmesi non è regolamentato, quindi chiunque può dire cosmetico bio naturale o ecocosmetico. Attualmente le aziende possono tranquillamente autodichiarare che il prodotto è bio. Questo è un problema.”
Le linee guida di Aiab
Secondo Romano, in un momento in cui l’attenzione alla salute personale è altissima, la crescita del mercato della cosmesi è impressionante, è necessario dare qualche garanzia al consumatore, “che rischia di comprare qualcosa che il produttore dice che è biocosmesi ma che nessuno certifica” – dichiara il presidente Aiab. “Insieme ad Assobio, abbiamo fatto delle linee guida in cui al primo punto c’è scritto che chi utilizza il marchio Eco bio cosmesi Aiab, devono essere controllati da un ente di certificazione, Qcertifcazioni, terzo e accreditato presso tutte le autorità competenti, da Accredia a Icqrf. Noi di fatto stiamo usando e stimolando l’utilizzo dello stesso sistema in vigore nell’agroalimentare anche nella cosmesi”.
Parabeni e microplastiche
Ma quali sono i rischi per chi compra prodotti venduti come bio cosmetici ma non certificati? “Il nostro standard prevede, oltre al fatto che ci debba essere almeno un ingrediente certificato da agricoltura bio, una serie di sostanze che non ci devono essere e in più fa attenzione al packaging, che sia ridotto al minimo e più sostenibile possibile. Non ci devono essere i parabeni, o le microplastiche. Neanche nei prodotti lavabili e esfolianti. Mentre oggi in Italia potresti trovare un prodotto etichettato come bio, che magari ha una puntina aloe vera biologica e poi ha microplastiche e altre sostanze dannose“.
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Al momento, in Italia, non esiste una regolamentazione, ma visto l’andamento del mercato e il crescente interesse, sarebbe l’ora che le autorità rimediassero.