Dal 1° luglio 2018 in Europa, l’amalgama non potrà più essere utilizzata per le otturazioni dentali dei bambini sotto ai 16 anni e delle donne incinta. E’ l’accordo raggiunto da Parlamento, Commissione e Consiglio che hanno così messo la parola fine – almeno parzialmente – ad una questione di salute pubblica che destava non poche preoccupazioni. Ogni Stato membro dovrà, poi, presentare un piano in cui indica le strategie per ridurre l’uso dell’amalgama in generale fino alla sua completa rimozione entro il 2020.
I danni del mercurio
“Questo divieto parziale è un’ottima notizia non solo per i bambini e le donne incinta ma anche per la riduzione dell’esposizione di tutti al mercurio” commenta Genon K. Jensen, direttore esecutivo della Health and Environment Alliance (Heal) aggiungendo che “gli effetti devastanti e irreversibili per la salute derivanti dal mercurio sono noti da decenni: in particolare, questa sostanza può influenzare lo sviluppo del cervello dei bambini, può causare problemi cardiovascolari, nonché avere effetti sul fegato, reni e sistema immunitario e riproduttivo”.
Il mercurio delle otturazioni non è inerte
Se sul mercurio non ci sono dubbi sulla sua tossicità, per le otturazioni a base di questo minerale, la questione è sempre stata più controversa perché non si è mai avuta la certezza se queste fossero stabili oppure se cedessero il minerale nel nostro organismo, e con quali effetti. Nel numero di novembre de il Test-Salvagente abbiamo
anticipato i risultati di uno studio che saranno pubblicati prossimamente su Ecotoxicol Environ Safety. Ad aiutarci a interpretarli è stato Enrico Gherlone, primario di Odontoiatria all’ospedale San Raffaele di Milano, che ci ha spiegato come si tratti di un biomonitoraggio condotto su una popolazione di 14.703 soggetti per esaminare l’associazione tra numero di otturazioni in amalgama e concentrazione totale di mercurio nel sangue (THg), concentrazione di mercurio inorganico (IHG), concentrazione di metil mercurio (MeHg) (la forma più pericolosa) e concentrazione di mercurio urinario. I soggetti sono stati suddivisi in tre gruppi in base al numero di otturazioni in amalgama (nessuna; da 1 a 8; più di 8). E i risultati hanno riacceso un allarme che sembrava sopito: effettivamente la concentrazione di mercurio nel sangue (mercurio totale e mercurio inorganico) è risultata proporzionalmente aumentata al crescere del numero di otturazioni. In particolare è stata rintracciata una quota maggiore di metallo in presenza di più di 8 otturazioni.
Il mercurio, dunque, non è inerte in bocca. La novità è che la ricerca conferma che viene accumulato nel nostro organismo e aumenta nel sangue in relazione a quanto amalgama è stato utilizzato per curare le nostre carie. E questo smentisce la tesi “assoluzionista” che in molti si erano affrettati a sostenere dopo che un’inchiesta di Report nel 1997 aveva denunciato i rischi delle otturazioni nelle nostre bocche.