L’appello presentato dalla senatrice De Petris, dall’ex ministro Pecoraro Scanio e dal professor Calabrese diventerà nei prossimi giorni una mozione: “Non è accettabile che la lobby del glifosato, della chimica e degli Ogm facciano leva sull’emergenza per scardinare anni di politiche a difesa del consumatore”
“Non basta sapere che un alimento non fa male alla salute, serve avere la consapevolezza che faccia bene al nostro organismo e ad assicurarci che sia così deve essere l’Efsa alla quale chiediamo un nuovo impegno per la qualità, la sostenibilità e la tracciabilità di tutto quello che arriva sulle nostre tavole”. A dirlo è la senatrice del LeU, Loredana De Petris, che insieme a Giorgio Calabrese, presidente del Comitato nazionale per la Sicurezza alimentare del ministero della Salute e Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, ha firmato un appello diretto alla Commissione europea affinché riveda il ruolo e le prerogative dell’Agenzia. Dell’appello verrà interessato anche il governo, dal momento che nei prossimi giorni la senatrice si farà portavoce di una mozione.
Ventidue anni dopo c’è bisogno di altro
“All’indomani dello scandalo della mucca pazza – ha ricordato Pecoraro Scanio – ho fortemente voluto, da ministro dell’Agricoltura, che l’Agenzia avesse i suoi uffici centrali in Italia. Da allora sono passati diversi anni: oggi è importante che questa authority interpreti sempre più la sicurezza alimentare anche come garanzia della sostenibilità del cibo e della qualità delle produzioni. Questo vale soprattutto adesso, in una situazione in cui risultano palesi i tentativi di utilizzare la crisi geopolitica per abbassare drasticamente gli standard di qualità dell’importazione dei prodotti agricoli che l’Europa ha ottenuto in tanti anni di impegno. Non è accettabile che le lobby del glifosato, dell’eccesso di chimica nei campi e degli Ogm cerchino di far leva sull’emergenza per scardinare le tutele a proteggere consumatori e produttori”.
De Petris: “Dall’Efsa un impegno sulla tracciabilità”
“Dall’anno della sua istituzione, il 2000, il ruolo dell’Efsa è sempre stato legato alla gestione dei rischi” ci ha detto la senatrice De Petris aggiungendo che “quello che ora chiediamo all’Agenzia è un passo in avanti in direzione della garanzia della qualità dei prodotti e soprattutto della tracciabilità. Sapere con certezza da dove arriva quello che portiamo in tavola è un requisito di sicurezza fondamentale, oggi ancor di più”.
La senatrice si riferisce inevitabilmente alla mancanza di approvvigionamenti di talune materie prime (vedi il grano e l’olio di girasole) a causa della guerra in Ucraina e al rischio che il nostro paese si rifornisca laddove gli standard qualitativi sono più bassi rispetto a quelli europei. Tra l’altro – aggiunge la De Petris – non chiediamo nulla di diverso da quanto è in discussione in Europa: anche l’Europa, infatti, si è incamminata su questa strada dando delle indicazioni precise con il programma Farm to Fork, quindi noi chiediamo che ci sia un’evoluzione dell’Agenzia per la sicurezza alimentare e che si arrivi a far sì che si occupi prevalentemente di sicurezza, certamente, ma anche di qualità e di sostenibilità. L’Ue deve riuscire ad essere sempre più un punto di riferimento per lo sviluppo di un modello che includa i pilastri della sicurezza alimentare. Secondo la De Petris, qualità è gusto e valore nutrizionale e il Nutriscore, l’etichetta a semaforo caldeggiata dalle multinazionali e alcuni stati europei come la Germania su cui si è espressa (non proprio nettamente) anche l’Efsa, non è efficace: “Un’etichetta che giudica il profilo nutrizionale degli alimenti attraverso parametri asettici non ci trova favorevoli”, ha detto la senatrice.
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