Da oggi il pieno di benzina e diesel costerà 25 centesimi di meno. Sono stati pubblicati nella notte il decreto ministeriale e il decreto legge contro i rincari energetici presentati dal governo venerdì scorso.
La riduzione di 25 centesimi delle accise, prevede l’articolo 1 del provvedimento governativo, “si applica dal giorno di entrata in vigore del presente decreto e fino al trentesimo giorno successivo alla medesima data” ovvero fino al 22 aprile. Ma è previsto che fino al 31 dicembre 2022 le aliquote dell’imposta di fabbricazione, ovvero l’accisa, potranno essere rideterminate senza dover ricorrere a un decreto legge ma solo con un provvedimento ministeriale.
Il meccanismo che viene utilizzato è quello dell’accisa mobile prevista dalla legge 244/07 e lo sconto alla pompa verrà finanziato con l’extra gettito Iva registrato tra ottobre e dicembre 2021 e che ammonta a circa 308 milioni.
Ancora non è chiaro se saranno previste misure compensative per i carburanti distribuiti nei depositi per i quali è già stata “assolta” l’imposta.
Lo mette in evidenza la Fegica, sindacato dei benzinai: “La confusione interpretativa generata dai provvedimenti assunti dal governo, rischia seriamente di riflettersi sulla rete distributiva e sui consumatori. Malgrado le nostre insistenti sollecitazioni dei giorni scorsi, i decreti nulla dicono sulle quantità già immesse al consumo al momento della loro entrata in vigore. Il che fa ritenere oggettivamente che quelle stesse quantità saranno ancora vendute con accise ‘piene’. Un provvedimento sui prezzi dei carburanti, richiesto, atteso e che quindi non può che essere valutato positivamente, rischia ora di non avere un immediato e trasparente effetto pratico alla pompa, generando altra inutile confusione, disorientamento e diffuso scontento. Ecco perché chiediamo al governo di fare subito chiarezza”.
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Dubbi puntualmente confermati anche dalle associazioni dei consumatori. Il Movimento difesa dei consumatori, per esempio ha già verificato come nessun impianto abbia applicato la riduzione dei prezzi prevista, ed alle richieste di informazioni agli addetti alle pompe i rilevatori dell’associazione si sono visti rispondere con un vago “forse domani”.
“Il monitoraggio che stiamo realizzando in tutto il Paese attraverso le nostre sedi territoriali e le segnalazioni degli iscritti ci confermano una vera giungla dei prezzi – dichiara il Presidente MDC Antonio Longo – Si va da 1.95 € a 2.40 €, con eccezioni nelle zone di confine come il FVG dove, invece si registrano costi intorno a 1.50 € per la concorrenza della Slovenia. Si tratta quindi non di reali costi sopportati per la guerra, ma di vere e proprie truffe e speculazioni che il governo non può limitarsi a denunciare, ma deve combattere e sanzionare”.