Origano, meno adulterazioni ma i pesticidi restano troppi

ORIGANO

A distanza di tre anni il governo tedesco ha effettuato un nuovo controllo sulla qualità dell’origano tritato scoprendo un mercato nettamente migliore rispetto a quello che le analisi avevano fotografato nel 2019.

I controlli del 2019 avevano evidenziato una situazione preoccupante: livelli notevolmente elevati di alcaloidi pirrolizidinici (Ap), motivo per cui circa il 70% dei campioni fu bocciato proprio a causa della sua insicurezza. Il 20% dei campioni di origano, invece, risultò adulterato con grandi quantità di foglie di olivo e/o di cisto per massimizzare i profitti. Furono proprio gli esiti di quelle analisi a convince il governo di un’ulteriore e più approfondita analisi sull’offerta di origano. Nel 2021 le analisi di controllo hanno riguardato 36 campioni alla ricerca di alcaloidi pirrolizidinici, casi di adulterazione e pesticidi.

Gli alcaloidi pirrolizidinici

Gli alcaloidi pirrolizidinici sono un grande gruppo di sostanze naturali che si trovano in molte specie di piante. Presumibilmente servono alle piante come mec-canismo di difesa contro gli insetti erbivori. L’essere umano assume gli AP principalmente attraverso il miele, le spezie e le erbe, il tè, gli infusi alle erbe e gli integratori alimentari. In molti casi, si tratta di contamina-zioni da parte di piante selvatiche contenenti Ap che entrano in alimenti vegetali, in realtà senza AP, durante la raccolta o nel processo di produzione.

Gli Ap 1,2-insaturi sono indesiderati negli alimenti a causa del loro potenziale pericolo per la salute. Possono danneggiare il fegato (danno veno-occlusivo) e portare a gravi intossicazioni. Tali sostanze non dovrebbero, per quanto possibile, essere ingerite dall’essere umano. I livelli negli alimenti dovrebbero essere ridotti il più possibile.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha dichiarato che non si può escludere un rischio per la salute, soprattutto per le persone che bevono tè e infusi alle erbe frequentemente e in grandi quantità.

Nel 2019, i campioni di origano esaminati hanno mostrato livelli di Pa di gran lunga superiori alla media fino a 32.400 µg/kg. Il contenuto medio di Pa era 6.160 µg/kg (mediana: 5.430 µg/kg). Gli studi svolti nel 2021 mostrano una significativa diminuzione del contenuto di alcaloidi pirrolizidinici nell’origano. In media, il contenuto di Ap nei 36 campioni di origano esaminati era di 1.206 µg/kg, che corrisponde a una riduzione di circa l’80%. La maggior parte dei campioni di origano esaminati (22 campioni) ha livelli di Ap inferiori a 1.000 µg/kg.

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Origano adulterato

Cisto e olivo erano le adulterazioni più frequenti rilevate con le analisi del 2019: il 20% dei campioni etichettati “Origano” tre anni fa è stato giudicato “fuorviante” quanto alla loro identità e composizione. I nuovi controlli, invece, sono andati molto meglio trovando un solo campione (su 36) adulterato. Un nostro test del 2020 (che si può acquistare qui), invece, su 25 vasetti di origano acquistati in supermercati e discount aveva dimostrato che solo il 60% del nostro campione conteneva una percentuale di origano, delle specie Onites o Vulgares, del 99%. (continua dopo l’immagine)

Residui di pesticidi e contaminanti

Nel 2019, in tutti i campioni (18) le analisi avevano determinato residui di un totale di 24 diversi principi attivi antiparassitari e perclorato. 12 dei campioni esaminati (67%) avevano mostrato più residui, ovvero più di un principio attivo fitosanitario contemporaneamente. In un campione sono stati trovati 7 diversi principi attivi. In media, l’origano esaminato conteneva 3,3 diverse sostanze per campione. Tre anni dopo, la situazione è rimata invariata.