Un esercito silenzioso di uomini piegati nei campi a lavorare, senza pause.
Raccolta manuale di ortaggi, semina e piantumazione per 12 ore al giorno filate sotto il sole; chiamano padrone il datore di lavoro, subiscono vessazioni e violenze di ogni tipo. Quattro euro l’ora nel migliore dei casi, con pagamenti che ritardano mesi, e a volte mai erogati, violenze e percosse, incidenti sul lavoro mai denunciati e “allontanamenti” facili per chi tenta di reagire.
È la storia del caporalato, della filiera sporca che saremmo portati a collocare geograficamente ad altre latitudini ma che invece macchia spesso i campi italiani.
I nostri lettori la conoscono bene dato che questo giornale oltre ad averne scritto spesso fa parte dei sostenitori di #FilieraSporca, la campagna che la prossima settimana presenterà il nuovo rapporto.
Ora alla voce di chi lavora per limitare questo fenomeno criminale si aggiunge quella di un progetto interessante che intende raccontarla attraverso un’originale commistione di stili.
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Un film che verrà costruito intrecciando interviste semistrutturate che fungeranno da focus sui vari argomenti trattati; fiction per ricostruire, tutelando i veri protagonisti, le dinamiche di vita quotidiana e di sfruttamento sul luogo di lavoro; una sezione musicale, attraverso la quale verranno a affrontati alcuni nodi della sceneggiatura, in particolare gli aspetti legati all’utilizzo di sostanze dopanti da parte dei lavoratori. (segue dopo il filmato)
Il film o meglio il docu-musical visto che è proprio attraverso l’espediente artistico del musical che il regista Andrea Paco Mariani descrive il doping nei campi, è The Harvest. Basato sulla vita delle comunità Sikh stanziate stabilmente nella zona dell’Agro Pontino e il loro rapporto con il mondo del lavoro.
The Harvest, prodotto da Smk Videofactory, una casa di produzione indipendente nata nel 2009 a Bologna , è un film indipendente che intende finanziarsi grazie al diretto coinvolgimento di tutti coloro che vogliono che sia realizzato. Per questo verrà realizzato grazie a un crowdfunding e poi rilasciato in licenza Creative Commos che si propone di arrivare ai 60mila euro necessari per il suo varo e ha già raccolto circa 17mila euro.