La Food and Drug Administration, l’Agenzia di controllo sugli alimenti statunitense, in un programma di test su alimenti infantili, ha trovato residui di glifosato in molti prodotti, come le farine di avena e i cereali per i bambini.
I dati , presentati in una riunione in Florida, hanno mostrato residui del pesticida con livelli che arrivavano a 1,67 parti per milione (mg/kg), dieci volte sopra – per capirci – il massimo livello trovato dal Test-Salvagente nell’analisi delle paste per adulti pubblicata lo scorso mese di maggio.
Il glifosato dalle uova d’oro
Il glifosato, l’ingrediente chiave dell’erbicida Roundup della Monsanto, è il più usato diserbante nel mondo, e le preoccupazioni circa i residui negli alimenti sono state lanciate dalla definizione di “probabile cancerogeno” data dallo Iarc. Un verdetto inquietante contraddetto da due “assoluzioni” piuttosto discutibili, venute dall’Efsa e da una commissione mista Fao-Oms. I livelli massimi ammissibili, stabiliti in Usa dall’Epa (l’Agenzia di protezione ambientale) sono di 30 ppm, mentre l’Unione Europea fissa un tetto massimo di 20 ppm per l’avena.
Monsanto, che deve quasi un terzo dei suoi 15 miliardi di fatturato annuo ai prodotti a base di glifosato, ha contribuito ad orientare l’Epa nel fissare livelli di tolleranza per il glifosato nel cibo, e nel 2013 ha chiesto e ottenuto tolleranze più elevate per molti alimenti.
“Usatelo tutti, conviene…”
Nel caso dell’avena non si tratta (come avviene per la soia) di un vegetale geneticamente modificato. La Monsanto, però, ha incoraggiato gli agricoltori a spruzzare l’erbicida poco prima della raccolta. La pratica può aiutare a essiccare il prodotto portandolo a maturazione prima del raccolto. “Un’applicazione dell’erbicida preharvest (prima del raccolto, ndr) è una strategia di gestione eccellente per controllare non solo le erbacce perenni, ma per facilitare la raccolta e ottenere un vantaggio sulla coltura del prossimo anno”, spiega proprio la Monsanto nella “guida pre-raccolta“.
Anche se la FDA esamina ogni anno i residui di molti tipi di pesticidi negli alimenti, per decenni aveva ignorato la ricerca del glifosato. Solo nel febbraio di quest’anno l’agenzia ha detto che avrebbe cominciato alcune analisi sul glifosato e solo dopo che molti ricercatori indipendenti hanno iniziato condurre i propri test e trovato glifosato in una vasta gamma di prodotti alimentari, tra cui farina, cereali e farina d’avena.